sabato 31 maggio 2008

Premio di laurea Dino Frisullo

Parte la seconda edizione del premio di laurea intitolato a Dino Frisullo, giornalista e militante antirazzista: pubblicato il bando

C'è tempo fino al 30 giugno 2008 per inviare tesi di laurea triennali, specialistiche o di dottorato e concorrere così ai premi – articolati per sezioni - messi in palio anche quest'anno per ricordare la figura di Dino Frisullo, segretario delle associazioni Senzaconfine e Azad – Per la libertà del popolo kurdo, di cui ricorre il prossimo 5 giugno il quinto anno dalla scomparsa.
La prima edizione, tenutasi lo scorso anno, ha visto una grande partecipazione con più di cinquanta tesi arrivate in poche settimane; il 20 giugno dello scorso anno, giorno della premiazione e giornata del rifugiato, il Sindaco di Roma ha intitolato a Dino Frisullo il largo davanti l'ingresso dell'ex Mattatoio di Testaccio, sede di Senzaconfine e del centro kurdo Ararat.
Anche quest'anno il premio è organizzato da Senzaconfine ed Azad, con il sostegno dei centri di servizio per il volontariato del Lazio, CESV e SPES, insieme all'ARCI nazionale e all'ASGI (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione), e la collaborazione degli insegnamenti di Etnologia dell'Università di Bari e di Letterature comparate dell'Università di Roma Tor Vergata.

Roma, 15 maggio 2008



Per scaricare il bando con le informazioni utili per la presentazione delle tesi clicca qui

Corso di formazione di Storia della Costruzione Europea

Nell’ambito delle attività della Cattedra Jean Monnet di Storia dell’integrazione europea dell’Università del Piemonte Orientale, Facoltà di Scienze Politiche – riconosciuta ufficialmente dalla Commissione UE – è stato istituito e attivato dal 2003 un corso annuale di formazione post universitario di 20 ore complessive sulla storia del processo di costruzione dell’Europa unita dal titolo Storia della Costruzione Europea, che si caratterizza come formazione permanente e ricorrente rivolta a docenti di scuola media superiore e a funzionari laureati pubblici e privati.
Si tratta di un’iniziativa che intende cogliere due obiettivi: da un lato, fornire formazione attraverso informazioni storiche e attuali sui processi in corso che coinvolgono sfere di interessi esistenziali, culturali e professionali degli utenti; dall’altro contribuire a vivificare il senso di appartenenza, identitaria e politica, all’Europa unita. A giustificarne l’esigenza vale anche il richiamo all’importanza della riforma dell’Unione Europea, dell’allargamento ai paesi dell’Est e del Mediterraneo e, ultimo ma non meno importante, al rinnovo conseguente delle politiche europee in settori di vitale importanza, dalla politica monetaria a quella agricola, alle reti di comunicazione transeuropee, all’immigrazione e così via.

Tale corso è organizzato interdisciplinariamente e prevede la collaborazione nella docenza di competenze di colleghi economisti e giuristi della Facoltà e dell’Ateneo. Saranno inoltre presenti con interventi seminariali esperti di altre Università.

Il corso si svolgerà durante il periodo estivo, precisamente dal 8 al 12 settembre 2008 dalle ore 14 alle ore 18. Per maggiori informazioni si allega il depliant informativo. Nel caso in cui si ritenga l’iniziativa di vostro interesse si prega cortesemente di prendere contatto con la Segreteria Organizzativa del corso (Sig.ra Daniela Rossin - tel: 0131.283744 ; e-mail: daniela.rossin@sp.unipmn.it ).


Distinti saluti.
Il Direttore del Corso
Prof. Corrado Malandrino

Presentazione delle domande : 1 giugno 2008 - 31 luglio 2008

mercoledì 28 maggio 2008

Premio Nicola Gallerano 2008


Premio “Nicola Gallerano”
tesi di dottorato in storia contemporanea
XI edizione - 2008



L’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, con i fondi messi a disposizione dalla famiglia Gallerano, bandisce il concorso al premio annuale intitolato alla memoria di Nicola Gallerano (1940-1996), docente di Storia contemporanea all’Università di Siena, presidente dell’Istituto negli anni 1977-1979 e 1989-1996.

Il premio è destinato al riconoscimento di una tesi di dottorato di ricerca inedita, discussa presso una università italiana nell’anno accademico in corso o nei tre anni accademici precedenti la data del presente bando (2004-2007). Le tesi dovranno vertere preferibilmente su uno dei seguenti temi che furono al centro della ricerca e della riflessione storiografica di Nicola Gallerano:

- Popolazioni civili e comportamenti collettivi durante le guerre del Novecento
- pci, sinistra e democrazia nella storia d’Italia
- Memoria e uso pubblico della storia
- L’Italia tra le due guerre
- Roma e il Sud nell’Italia repubblicana
Il premio di Euro 1.250 (milleduecentocinquanta) sarà assegnato entro il mese di febbraio 2009 a giudizio insindacabile di una commissione nominata dal Comitato direttivo dell’Istituto. Le tesi dovranno pervenire entro il 1° dicembre 2008 a: Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza – Casa della Memoria e della Storia – via S. Francesco di Sales, 5 -00165 Roma, tel. e fax 06/6861317
Le tesi non saranno restituite, ma saranno conservate in uno specifico fondo della biblioteca.
Unitamente a una copia della tesi i concorrenti dovranno allegare la seguente documentazione:
1) domanda di partecipazione con l’indicazione del nome, cognome, data e luogo di nascita, domicilio, recapito telefonico ed eventuale permesso per la consultazione della tesi da parte di studiosi utenti della biblioteca;
2) attestato di conseguimento del titolo di dottorato di ricerca con l’indicazione della data di discussione della tesi;
3) sintesi della tesi di non più di duemila parole.
4) curriculum degli studi e dell’attività di ricerca.

Roma, maggio 2008


Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza
Casa della Memoria e della Storia, via S. Francesco di Sales, 5
00165 Roma, tel. e fax 06/6861317, e-mail: irsifar @libero.it

Via Giorgio Almirante, Roma: la posizione dell'IRSIFAR e delle associazioni antifasciste

Al Sindaco di Roma
On. Gianni Alemanno

L’intitolazione di una strada o di una piazza è un momento importante, indica anche alle future generazioni un esempio, un modello di vita e di cittadinanza. La scelta dei nomi da dare ai luoghi pubblici è dunque occasione per una riflessione sulla storia e sulla identità di una nazione, sul suo passato e sul suo futuro. Non ci appassiona un confronto toponomastico sulla storia del paese e su possibili equiparazioni o giudizi tra protagonisti di vicende del passato.
Per queste ragioni, ci sembra del tutto improponibile intitolare una via della capitale a un uomo politico come Giorgio Almirante che ha partecipato come protagonista alla rivista del nascente razzismo fascista (La difesa della razza, di cui è stato segretario di redazione). Ha quindi contribuito in prima persona a quella persecuzione antiebraica che è stato “il male assoluto”, come ha riconosciuto anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini.
Ha poi svolto un ruolo importante nella Repubblica di Salò, in cui è stato capo di gabinetto del Ministro Mezzasoma. Firmò allora anche il bando di fucilazione dei giovani italiani che rifiutavano di arruolarsi nell’esercito della Rsi per combattere assieme ai nazisti. Nel dopoguerra ha fondato il Movimento sociale italiano - che si richiamava sin dal nome alla Repubblica sociale. Non sono questi gli esempi, ci sembra, da dare ai giovani e ai futuri cittadini, invitiamo quindi il sindaco Alemanno a mantenere il suo impegno a essere sindaco di tutti, attento garante del tessuto democratico della città.


ANED (Associazione nazionale ex deportati) sede provinciale di Roma
ANEI (Associazione nazionale ex internati)
ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia) sede provinciale di Roma
ANPPIA (Associazione nazionale perseguitati politici antifascisti) sede provinciale di Roma
FIAP (Federazione italiana associazioni partigiane)
IRSIFAR (Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza)
Circolo “Gianni Bosio”

martedì 27 maggio 2008

Iniziative Italia / Roma, Resistenza nel lager di Bolzano

Casa della memoria e della Storia
00165 Roma Via San Francesco di Sales, 5
Tel. 06.6876543

ANED Associazione Nazionale Ex Deportati Politici nei Campi Nazisti
SEZIONE DI ROMA
Tel./fax 06.68804772
anedroma@fastwebnet.it

Mercoledì 28 maggio 2008, ore 17.30
ANED e ANPI
invitano all’inaugurazione della mostra (28 maggio -11 giugno)
OLTRE QUEL MURO
La Resistenza nel campo di Bolzano 1944-1945
a cura di Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi
Intervengono Aldo Pavia e Dario Venegoni
Testimonianze di Rosario Militello e Mirella Stanzione

Le foto e i documenti illustrano le vicende, così poco conosciute, di donne e uomini che parteciparono alla Resistenza in quel Lager italiano, dove furono imprigionate circa 9.500 persone, molte delle quali furono poi deportate nei Lager tedeschi.

Con il patrocinio di : Tavola Valdese e Facoltà Valdese di Teologia

e l’adesione della Chiesa Valdese di p.za Cavour e della Chiesa Metodista di Roma

domenica 25 maggio 2008

Iniziative Italia / Trento e Battisti, Roma e la storia dei movimenti

Presentazione del volume

L'EROE CONTESO
LA COSTRUZIONE DEL MITO DI CESARE BATTISTI NEGLI ANNI 1916-1935
di Massimo Tiezzi
(Trento, Museo storico in Trento, 2007)


Lunedì 26 maggio 2008, ore 18.00
Biblioteca provinciale italiana "Claudia Augusta"
via Mendola 5, Bolzano

Martedì 27 maggio 2008, ore 17.30
Fondazione Museo storico del Trentino
Archibiblioteca
via Torre d'Augusto 35, Trento

A Bolzano, con l'Autore saranno presenti Vincenzo Calì e Paola Antolini, autrice di Vivere per la patria: Bice
Rizzi 1894-1982
(Trento, Museo storico in Trento, 2006).
A Trento, con l'Autore saranno presenti Vincenzo Calì e Carlo Romeo.

Approfondimenti alla pagina http://www.museostorico.it/editoria_ricerca/bookshop/SchedaBookshop.asp?ID_Bookshop=165&ID_Collana=null

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Archivi dei movimenti
Una banca dati delle fonti per la storia dei movimenti in Italia
(1966-1978)


Marco Grispigni e Leonardo Musci illustreranno la banca dati

Giovanni Contini, Marco Scavino, Francesca Socrate parleranno delle fonti per la storia dei movimenti

Lunedì, 26 maggio 2008, ore 17.00

SALA CONFERENZE FONDAZIONE BASSO
Via della Dogana Vecchia, 5 – Roma

Tel. 06.6879953 – Fax 06.68307516
basso@fondazionebasso.itwww.fondazionebasso.it

giovedì 22 maggio 2008

Iniziative INSMLI / Brescia, Trento, Como

Nella storia del Novecento europeo un posto sempre più significativo nell’ambito della ricerca scientifica è occupato, in questi ultimi tempi, dallo studio dei due dopoguerra, segnati da conflitti e sconvolgimenti sinora non adeguatamente indagati, specie per quanto riguarda l’area centro-orientale.
D’altro canto la non conoscenza di queste vicende costituisce un forte handicap rispetto ad un processo di integrazione europea che non può avvenire in assenza dell’intensificarsi dei rapporti culturali e di confronti ravvicinati sugli aspetti più problematici della propria storia e della storia degli Stati che stanno entrando nell’Unione.
L’iniziativa della Fondazione Luigi Micheletti, muovendosi su un terreno di stretto rigore filologico, intende però perseguire altresì più ampie valenze culturali, facendo in modo che gli specialismi alimentino la crescita complessiva del sapere storico.

Le guerre dimenticate

Non stupisce che un noto storico abbia definito “Guerra dei Trent’Anni del XX secolo” il periodo ininterrotto di conflitti che attraversò l’Europa dall’agosto 1914 al maggio 1945.
Se una differenza può essere riscontrata fra la Guerra dei Trent’Anni in senso stretto e i conflitti della prima metà del Novecento, questa si trova nel fatto che, nel XX secolo, le ragioni del confronto non furono religiose ma ideologiche, sulla base di un nuovo paradigma oppositivo, imperniato su conflitti fra opzioni fra loro incompatibili, come rappresentanza parlamentare e Stato autoritario, Stato nazionale e impero sovranazionale e, dopo il 1917, anticomunismo e marxismo nell’accezione più ampia del termine.
Nel periodo di guerre a bassa intensità intercorrente fra i due grandi conflitti mondiali, dalle ceneri degli imperi dei Romanov e degli Asburgo sorsero nuovi Stati, come l’URSS, la Jugoslavia, la Cecoslovacchia, la Polonia e le repubbliche baltiche. Questi nuovi soggetti si trovarono coinvolti in conflitti di lungo periodo, sia fra loro stessi sia contro i “vecchi” Stati. Alcuni esempi sono rappresentati dai conflitti e dalle tensioni sull’appartenenza nazionale italiana o slovena di Trieste dopo il 1918; dal conflitto polacco-lituano per il controllo di Vilna e così via.
Allo scopo di dibattere sui conflitti europei fra 1919 e 1938 dai punti di vista storiografico, sociologico ed antropologico, tracciando così un quadro generale delle “guerre dimenticate” del XX secolo, ci si propone di organizzare una serie di iniziative coordinate dal professor Brunello Mantelli dell’Università di Torino. L’argomento principale del primo di tali seminari saranno le analogie fra tre casi di studio: l’Alta Slesia, la Lituania e la Slovenia.


SEMINARIO
Le guerre dimenticate

venerdì 23 maggio 2008
Sala di lettura Fondazione Luigi Micheletti
Brescia, via Cairoli 9

Programma dei lavori
ore 9


Jugoslavia, Italia e il confine orientale italiano, Marta Verginella, Università di Lubiana, Slovenia.

L’Alta Slesia prima e dopo il plebiscito del 1921, Davide Artico, Università di Breslavia, Polonia.

Autodeterminazione nazionale e guerra nel Novecento: il caso lituano, Ceslovas Laurinavicius, Accademia delle Scienze Lituana, Vilnius, Lituania.

La Gran Bretagna e le repubbliche baltiche, Evgenij Jurevic Sergeev, Accademia delle Scienze Russa, Mosca, Federazione Russa.

L’area baltica e la Slesia nella storia militare ufficiale tedesca degli anni Trenta , Brunello Mantelli, Università di Torino.

L’area baltica e la Slesia nei documenti delle missioni militari italiane, Irene Guerrini e Marco Pluviano, Genova.

Il seminario è aperto al pubblico. Non ci sarà servizio di traduzione simultanea o consecutiva.



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A SESSANT'ANNI DALLO STATUTO D'AUTONOMIA REGIONALE 1948-2008
23 maggio 2008
ore 15.00 - 18.30
Sala Aurora di Palazzo Trentini
via Manci 27, Trento

In seno alle élites intellettuali e politiche italiane, già durante il «risorgimento» nazionale e anche dopo, ad unificazione avvenuta, si era sviluppato un vivace e contrastato dibattito sull'organizzazione del nuovo Stato. Come noto, prevalse la scelta unitaria e accentrata su quella federale, in ragione anche delle profonde differenze di natura economica, sociale e culturale che caratterizzavano i diversi territori della nuova compagine nazionale. In Trentino, la rivendicazione dell'autonomia amministrativa, nel contesto dell'Impero asburgico, aveva animato la lotta politica a partire dagli anni centrali dell'Ottocento. Analoga rivendicazione venne sostenuta, nel secolo successivo, dalla popolazione sudtirolese, dopo le sofferenze patite a causa della politica di forzata assimilazione e snazionalizzazione condotta dal regime fascista, nei confronti dello Stato italiano. Solo dopo la liberazione dal nazifascismo e la rinascita della democrazia in Europa e in Italia, fu possibile ricostruire un'organizzazione dello Stato fondata sul rispetto delle minoranze e sul riconoscimento delle autonomie e peculiarità storiche dei territori, così come sancito nella carta costituzionale repubblicana.
La ricorrenza del sessantesimo anniversario dell'approvazione dello statuto di autonomia speciale della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol (denominazione ufficiale introdotta dalla riforma del Titolo V della Costituzione della Repubblica italiana) fornisce l'occasione per inserire questo avvenimento non solo nel contesto dei dibattiti e delle scelte politiche dell'Assemblea Costituente, ma anche nel quadro della più ampia questione regionale nella storia dell'Italia unita. Così come di riflettere sul contributo che le regioni storiche possono fornire, oggi, al processo di costruzione politica, che è anche di elaborazione culturale, dell'Europa.

PROGRAMMA:
Ore 15.00 Saluto del Presidente del Consiglio provinciale Dario Pallaoro
Introduce e presiede Patrizia Marchesoni
Ore 15.30 Luigi Blanco Regionalismo e regionalizzazione nella storia d'Italia
Ore 16.00 Paolo Pombeni La questione regionale alla Costituente
Ore 16.30 Pausa
Ore 16.45 Giuseppe Ferrandi Il laboratorio trentino dell'autonomia 1945-1948
Ore 17.15 Lorenzo Gardumi Fare politica: i comunisti trentini e l'autonomia
Ore 17.45 Christoph Hartung von Hartungen Tra autodeterminazione e realpolitik: i sudtirolesi difronte all'autonomia
Intervento conclusivo mons. Iginio Rogger
Segreteria organizzativa: Lorenzo Gardumi e Valentina Bergonzi

Per informazioni: Fondazione Museo storico del Trentino
via Torre d'Augusto, 4
Telefono 0461.230482 Fax 0461.237418

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ISTITUTO DI STORIA CONTEMPORANEA PIER AMATO PERRETTA
via Brambilla, 39 - 22100 Como - tel./fax 031.306970
Associato all'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia

QUANDO PIOVEVANO BOMBE
Incontro 23 maggio 2008 ore 17.00

introduzione Augusto Cantaluppi, ricercatore Associazione italiana volontari di Spagna (Aicvas), I volontari antifascisti comaschi alla guerra di Spagna
Renato Simoni, Fondazione Pellegrini-Canevascini di Bellinzona, I combattenti svizzeri e ticinesi in difesa della Repubblica di Spagna
Antonio Barberini, Centro Buonarroti, I bombardamenti sulle popolazioni civili
Antonio Vanzulli, Istituto di storia contemporanea Perretta, Attività dell' aviazione italiana nella guerra civile spagnola
La mostra Quando piovevano bombe restera visitabile fino al 29 maggio 2008 negli orari di apertura della Biblioteca Comunale

Info: Istituto di Storia Contemporanea "P.A. Perretta" tel. 031 306970 isc-como@isc-como.org

martedì 20 maggio 2008

L'INSMLI e la "storia di Scalfaro": una polemica con "Libero"

Nei giorni scorsi il quotidiano "Libero" ha pubblicato un articolo di violenta critica nei confronti dell'attività e della natura dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento in Italia e - in generale - della rete degli Istituti Storici della Resistenza. La risposta dell'INSMLI è giunta tempestivamente sotto forma di lettera firmata dal vicepresidente ed al direttore scientifico; non risulta peraltro che finora essa sia stata pubblicata.
Lasciando a chi legge ogni considerazione sulla vicenda, mettiamo a disposizione la documentazione, ovvero:
- l'articolo di Ugo Finetti su "Libero" del 15 maggio 2008 (fonte: rassegna stampa del Governo italiano);
- la risposta dell'INSMLI, dal portale dell'Istituto

Sulla vicenda ha preso posizione il movimento Libertà e Giustizia, con un appello a Veltroni. Non essendo riuscetti a reperirlo nel sito web di LeG, segnaliamo che è possibile leggerlo nel sito del Circolo GL di Sassari.

E' persino superfluo aggiungere che al Presidente dell'INSMLI, senatore Oscar Luigi Scalfaro, va tutta la nostra affettuosa solidarietà.



MODESTA PROPOSTA AL MINISTRO
BOCCIAMO LA STORIA DI SCALFARO
Da "LIBERO - EDIZIONE MILANO" di giovedì 15 maggio 2008

Lettera aperta a Mariastella Gelmini Modesta proposta al ministro Bocciamo la storia di Scalfano
L`istituto presieduto dall`ex capo dello Stato è diventato il principale strumento di formazione dei docenti per il `900. A nostre spese
UGO FINETTI

Nel saggio introduttivo dell`ultimo volume della collana dell`Istituto nazionale perla storia del movimento di liberazione in Italia - "Storia d`Italia nel secolo ventesimo" - si può leggere, dopo una premessa sulle «minacce alla democrazia dei governi Berlusconi», che l`espressione «ragazzi di Salò» rispecchia «una campagna senza precedenti contro la storiografia dell`antifascismo e della Resistenza» conseguenza della «partecipazione di Alleanza nazionale e della Lega ai governi Berlusconi (1994-1996, 20012006)».
In verità il «ragazzi di Salò» fu pronunciato da Luciano Violante nell`aula di Montecitorio quando venne eletto presidente della Camera proprio all`indomani della sconfitta di Berlusconi nelle elezioni del 1996. Confondere Violante con Berlusconi e attribuire all`espressione usata dal parlamentare postcomunista un valore di "revisionismo" neofascista sarebbe segno solo di fazio sità e di ignoranza. Purtroppo questo scritto è uno dei tanti "testi sacri" sfornato dall`lnsmli, oggi presieduto da Oscar Luigi Scalfaro, che è diventato in questi anni il principale strumento - su mandato e a spese del governo - di insegnamento e di formazione dei do centi per la storia del Novecento nelle scuole italiane.
Accademia militante Accusare gli storici che non si sono schierati a sostegno dei governi di sinistra - da Renzo De Fe- lice a Ernesto Galli della Loggia di aver scritto negli anni Novanta al fine di «legittimare . partiti politici di destra» e definire «le pagine del Corriere (della Sera), verafucina dell`ideologia revisionista» è il linguaggio di questa accademia militante. Siamo di fr onte a tesi e idee che certamente nessuno pensa di ostacolare o censurare.
Si tratta però di stabili re se alivello di insegnamento statale esse debbano essere imposte come "pensiero unico" e non sia invece possibile ripristinare un minimo di contraddittorio o comunque di pluralismo nel panorama di ciò che viene finanziato a spese del contribuente.
Il problema è appunto questo:
il colpo di mano con cui i postcomunisti hanno imposto il finanziamento ed il controllo della formazione e della didattica da parte di un centro di potere di ex partigiani, dirigenti politici ed una particolare cordata accademica come l`Insmli. In concreto: perché debbono essere automaticamente rinnovate - "a fari spenti" - le Convenzioni inventate dai postcomunisti approfittando del controllo del ministero dell`Istruzione per monopolizzare e strumentalizzare l`insegnamento della storia nazionale mettendolo nelle mani di un`associazione estremamente politicizzata e faziosa? Creato nel 1949 per iniziativa dell`Anpi e del Pci,1`Insmli ha alternato crescita e crisi nel corso dei decenni. Venendo meno l`Unione Sovietica e scioltosi il Pci ha rischiato la chiusura per il forte indebitamento nel 1992-94. Fu salvato da WalterVeltroni che, come ministro dei Beni culturali, nel 1996-97 coprì il disavanzo usando i fondi dell`otto per mille e quindi mettendo a carico di un ente pubblico buona parte del personale. Contemporaneamente l`Insmli è diventato il "braccio armato" per il controllo della didattica e della formazione degli insegnanti attraverso apposite Convenzioni stipulate nel 1996 e nel 1999. L`intero insegnamento del Novecento è stato così delegato dal Ministero a questo ente peraltro specializzatosi solo su 18 mesi del secolo.
Siamo di fronte ad un`operazione che da un lato ha espulso - o ridotta a una presenza marginale - la lettura non classista del Novecento (come scontro tra capitalismo reazionario e avanguardia comunista della classe operaia) e dall`altro usa la categoria dell`antifascismo, indipendentemente dall`esistenza del fascismo, per continuare a mitizzare o demonizzare fatti, movimenti e personalità in riferimento all`attualità a fini politici ed elettorali immediati evocando il fantasma di Salò (quando non la Shoah) contro tutto ciò che negli ultimi sessant`anni ha avversato il comunismo.
I;ulgata alla Sordi È così che nelle aule scolastiche e accademiche e nella manualistica più diffusa quando si tratta della Resistenza si diffondono luoghi comuni che risalgono agli storici comunisti degli anni Cinquanta.
Gli studenti non sanno che la Resistenza è nata nel settembre del`43 negli scontri armati tra i militari itali ani e i tedeschi, ma credono che sia stata fatta quasi esclusivamente dai comunisti;
non conoscono i nomi diAlfredo Pizzoni e del generale Raffaele Cadorna che sono stati alla guida del Cln dell`Alta Italia e del Comando unificato delle brigate partigiane, ma sono convinti che i militari italiani siano stati tanti Alberto Sordi del film "Tutti a casa" in fuga. In realtà 35.000 soldati sono morti combattendo contro Hitler e Mussolini (in numero superiore ai partigiani) e ben 600.000 di loro finirono in campi di concentramento tedeschi per il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò e in 78.000 vi lasciarono la vita.
Se Palmiro Togliatti nel 1945 esaltava il ruolo degli Alleati («Ricorderemo in eterno i soldati e gli ufficiali inglesi, degli Stati Uniti, della Francia, dell`Africa del sud, dell`Australia, del Brasile, i quali hanno lasciato la loro vita o versato il sangue loro per la liberazione del suolo della nostra patria. Il loro nome vivrà nel cuore del nostro popolo»), oggi la Resistenza è invece usata da storici dell`Insmli per alimentare l`antiamericanismo come se fosse stata ostacolata dagli anglo-americani. I più autorevoli storici dell`Insmli (come Claudio Pavone) nelle loro storie della Resistenza ignorano Cefalonia e, soprattutto, confondono la lotta di liberazione nazionale con la "resistenza parallela" del Pci a cui sono legate le stragi di Porzus, le foibe e i massacri di antifascisti da parte comunista durante e do- po la guerra partigiana.
È forse il caso, con l`arrivo al ministero dell`Istruzione di Ma- riastella Gelmini, di prevedere una pausa di riflessione e provvedere a un bilancio alla luce del so - le circa l`applicazione di queste Convenzioni tra ministero dell`Istruzione e Insmli evitando una sorta di "nazionalizzazione" della storiografia italiana e che le cattedre siano usate come megafoni di propaganda di partito.



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La risposta del'INSMLI

Milano, 16 maggio 2008

Gent.mo signor
Dr Vittorio Feltri
Direttore di “Libero”
Sua Sede

Gentile Direttore,
Leggiamo sul numero del Suo giornale apparso ieri in edicola una lunga “lettera aperta”, a firma di Ugo Finetti, riguardante l’Istituto nazionale per la Storia del Movimento di liberazione in Italia, e pensiamo sia nostro dovere, sia verso i nostri collaboratori sia verso i Suoi lettori, rispondere tempestivamente. Né ci dorremo oltre misura del malizioso titolo redazionale, anche se dovremo contestarne nel merito qualche implicazione. Ci permettiamo tuttavia di notare che il suo tono non corrisponde alla costante attenzione, discrezione e cortesia con cui l’Istituto nazionale ha accolto, e continuerà ad accogliere, le richieste d’informazione e di aiuto provenienti dai giornalisti di Milano, compresi i collaboratori di “Libero”.

Procedendo per punti, è forse giusto far sapere prima di tutto ai lettori che il volume della nostra collana, dalla cui introduzione sono tratti i cenni relativi ai governi Berlusconi che dispiacciono a Ugo Finetti, non è un pamphlet politico, ma una ponderosa, perfino seriosa raccolta di scritti di sette autori tutti stranieri – inglesi, americani, australiani, un tedesco, docenti di università degli Stati Uniti, d’Australia e d’Italia – che raccomandiamo vivamente a tutti gli studenti e gli studiosi. Coordinata dal prof. Stuart J. Woolf, autore del passo in discussione, l’opera s’intitola L’Italia repubblicana vista da fuori (1945-2000). Va da sé che, una volta ottenuta la collaborazione di firme così autorevoli, si è lasciata loro l’autonomia più incondizionata nel formulare i loro giudizi. Conoscere come gli altri ci vedono e giudicano è infatti, dal punto di vista scientifico, che il nostro Istituto ha fatto proprio nel proporre questa raccolta di saggi, molto più importante che selezionare tra i giudizi stranieri quelli che ci piacciono o che, semplicemente, possono evitarci noie.

Ugo Finetti trae tuttavia spunto da questa citazione incidentale per ricostruire polemicamente la storia antica e recente del nostro Istituto. Osservazioni alle quali, per l’aspetto monetario, ci è agevole rispondere senza tediare troppo i lettori di “Libero”, perché l’Istituto nazionale, da sempre, è sottoposto al controllo della Corte dei Conti, che fa puntualissimi rilievi sulla sua gestione amministrativa. In generale possiamo dire, con motivato orgoglio, che dopo quasi sessant’anni di attività, l’Istituto ha conquistato tale fiducia presso i sostenitori finanziari pubblici e privati, che anche nei momenti di difficoltà essi hanno appoggiato la nostra attività. Né solo lo Stato, né soltanto amministrazioni di “sinistra”, compaiono tra questi sostenitori, e l’occasione ci è grata per esprimere, ad esempio, alla Regione Lombardia e al Comune di Milano, un pubblico riconoscimento per quanto hanno fatto per noi.

Sugli aspetti culturali e politici della storia dell’Istituto, gli errori di Finetti sono poi molti e poco scusabili. Per cominciare, né l’ANPI né il Partito comunista hanno avuto alcun ruolo significativo nella fondazione. L’Istituto nazionale sorse infatti nel 1949 come federazione dei tre Istituti di Milano, Genova e Torino. Il primo impulso era partito da Torino, da personalità culturali provenienti soprattutto dal Partito d’Azione, e rispondeva all’esigenza fortemente sentita di raccogliere e conservare la documentazione della Resistenza. Fu particolarmente Alessandro Galante Garrone, che trovò attento ascolto presso gli amministratori degli archivi pubblici, allora affidati al Ministero dell’Interno, quello che condusse a termine, con l’allora sottosegretario Mario Scelba, una trattativa che affidava agli Istituti il compito di raccogliere e custodire la documentazione del Movimento di liberazione, che ai sensi degli accordi di Roma del dicembre 1944, era documentazione di Stato.

L’Istituto nazionale e gl’Istituti suoi soci hanno dunque come funzione primaria un ruolo pubblico di conservatori di documenti, ruolo confermato e rafforzato con la legge di riconoscimento del 1967. Se i suoi lettori ne sono curiosi, possono accedere al sito
http://www.italia-liberazione.it/it/archivistici.php del nostro portale, e vedere quale puntuale, raffinata inventariazione sia stata fatta. Possiamo dire con certezza, per raffronti fatti anche in recentissimi convegni, che nessuna documentazione analoga nell’Europa occidentale è stata sistemata in maniera così soddisfacente.
Quanto all’ispirazione culturale che animava i fondatori, diremo solo che essi volevano che si facesse immediatamente la storia del passato recente. Ed è giusto ricordare che la storia contemporanea non aveva, nell’accademia italiana, alcuno statuto scientifico. La rivista dell’Istituto nazionale, “Il Movimento di liberazione in Italia” (ora “Italia contemporanea”) fu perciò il primo periodico italiano che si curasse di questo ambito con un serio ricorso alle fonti, e la libertà di accesso agli archivi della Resistenza, in tempi di stretta chiusura degli archivi pubblici, fece degli Istituti della Resistenza la palestra in cui si formò un’intera generazione di studiosi. Né questa pratica fu poi senza effetto nel determinare, a partire dagli anni Settanta, la politica più liberale di accesso alle fonti recenti, della quale tutti, storici e giornalisti, si sono di poi grandemente giovati.

L’Istituto nazionale è rimasto fedele a questa impostazione, e si è fatto carico di curare negli ultimi decenni, l’edizione sistematica (ed è la sola attività editoriale di cui assume in proprio la responsabilità) di un’imponente serie di documenti. In riferimento alla quale l’accusa di avere rimosso questo o quel personaggio è semplicemente risibile. La serie incominciò infatti con gli Atti del Corpo volontari della libertà, curati da Giorgio Rochat sulla base dei protocolli del Comando del generale Cadorna, ha incluso un volume di atti del Comitato di Liberazione nazionale Alta Italia del quale Pizzoni fu membro eminente, e comprende nell’ultimo volume apparso, dedicato al partigianato autonomo (due volumi debbono ancora uscire) carte di Cadorna, di Montezemolo, e in genere di tutti i dirigenti militari della Resistenza. Ricavati anche dall’archivio Cadorna di Pallanza, dove la famiglia del generale ci ha riservato cortesissima accoglienza.

La storiografia che viene poi attribuita all’Istituto ci lascia, più che colpiti, sorpresi. Gli studiosi che hanno voluto avanzare le proprie tesi sulla Resistenza, anche se legati all’Istituto da rapporti di responsabilità o di solidarietà, non hanno mai voluto farlo sotto l’egida dell’istituzione, ma lo hanno fatto a titolo personale. Così fece Guido Quazza nel suo Resistenza e storia d’Italia, così Claudio Pavone, con Una guerra civile. Il quale ultimo volume, dedicato alla “moralità” nella Resistenza, non si vede perché dovesse occuparsi di Cefalonia. Ma vogliamo ricordarlo perché, unica opera sulla Resistenza italiana tradotta in francese, è uno dei più importanti contributi al dibattito internazionale uscito dall’Italia in questi ultimi anni.

Fantasioso ci appare anche l’imputarci pregiudizi anti inglesi o antiamericani. Nella collana dell’Istituto è apparso anzi il primo e fondamentale saggio in lingua italiana (David W. Ellwood, L’alleato nemico) basato sulla documentazione angloamericana resa disponibile dal 1972 negli archivi americani e inglesi, e diversi Istituti hanno poi raccolto documentazione alleata di cui è stato pubblicato l’inventario. Mostre, collaborazioni scientifiche e convegni anche recentissimi, con studiosi tedeschi, inglesi e americani (La lunga liberazione, Torino, 2007) hanno nell’ultimo trentennio cementato rapporti di amicizia e di collaborazione.

Quanto alla vulgata tendenziosa di cui gl’Istituti della Resistenza sarebbero portatori, non solo non ci riguarda, ma ne abbiamo fatta una ricostruzione critica minuziosa, in una mostra pubblica fatta nel 2005 all’Arengario con l’appoggio del Comune di Milano (catalogo Skira). E ne abbiamo rintracciato le origini in quelle mostre elaborate a cura del Governo italiano tra il 1945 e il 1946, che dovevano muovere l’opinione europea, e soprattutto quella francese, a un più favorevole atteggiamento verso l’Italia e gl’Italiani. La posta in gioco era forse il trattato di pace di Parigi del 1947, ma anche e soprattutto la tutela morale delle centinaia di migliaia di emigrati che traversavano le Alpi per andare nelle campagne e nelle miniere a lavorare, in una situazione spesso insopportabile.

Sono passati sei decenni da quando quelle drammatiche esigenze sono cadute. I docenti che sviluppano attività didattiche presso gl’Istituti della Resistenza ne sono lontani. Della loro quotidiana, intensissima attività potremmo rendere ampio conto, ma ci basterà dire che annualmente il Ministero riceve un corposissimo rapporto, che comprende l’indicazione analitica del lavoro di ciascuno. Del significato complessivo ci basterà dire che il loro lavoro ha fatto dell’Istituto nazionale e degli Istituti soci il riferimento (che constatiamo dalle statistiche di accesso ai siti) ricercato spontaneamente da tutti coloro che svolgono attività didattiche sulla storia contemporanea italiana. Questa libera fruizione vede migliaia di utenti rivolgersi a noi in riferimento all’educazione alla cittadinanza (titolo complessivo del nostro attuale progetto didattico) e in occasione dei giorni del “ricordo” e della “memoria”. In queste occasioni specialmente rappresentanti delle comunità ebraiche e dei profughi istriani partecipano numerosi alle nostre iniziative e si riconoscono nelle nostre pubblicazioni.

Lasciamo deliberatamente per ultimo il riferimento, più redazionale che di Ugo Finetti, alla presidenza di Oscar Luigi Scàlfaro. Del quale tesseremo il più sobrio e il più meritato degli elogi dicendo che auguriamo a qualsiasi istituto di cultura di avere alla propria guida un così scrupoloso difensore dell’autonomia intellettuale e politica del personale tecnico e scientifico. Assiduo nel sostenerci in occasioni pubbliche e private, legato a tutti i collaboratori da una solidarietà che spesso ha preso carattere di amicizia, egli non ha mai interferito in nessun modo con le nostre scelte culturali.

Vorremmo dunque concludere questa troppo lunga lettera con un invito, né ironico né irriverente, alla nuova responsabile del Ministero. Venga a trovarci a Milano, dove siamo una delle poche istituzioni a carattere nazionale, e avrà motivo di soddisfazione, perché crediamo che tutti i docenti attivi presso gl’Istituti nostri soci diano prova di un buon uso delle risorse pubbliche, e che pochi istituti abbiano fatto e facciano tanto con tanto poco.

Claudio Dellavalle
Vicepresidente dell’Istituto nazionale per la storia del Movimento di liberazione in Italia
Gianni Perona
Direttore scientifico dell’Istituto

Iniziative Italia / Rovereto, Guido Rossa alpinista ed operaio

La rassegna STORIE E STORIA, curata dall'Accademia roveretana degli Agiati, dal Museo storico italiano della guerra e dal Museo storico del Trentino, inaugurata lo scorso 15 maggio, prosegue con il secondo appuntamento:

UN GRANDE SONNO NERO
VITA E MORTE DI GUIDO ROSSA ALPINISTA E OPERAIO

Italia 2007; video, colore, 52'
Regia: Micol Cossali, Matteo Zadra; soggetto, sceneggiatura: Diego Leoni

Mercoledì 21 maggio 2008, ore 21 Sala conferenze del Mart - Rovereto
Intervengono all'incontro Renato Penzo, compagno di fabbrica di Guido Rossa all'Italsider di Cornigliano, e gli autori


Fra il 1963, anno della sfortunata spedizione del Cai Uget di Torino sull'Himalaya, e il 1979, anno della sua tragica morte, si dipana la vita di Guido Rossa, operaio all'Italsider di Cornigliano e alpinista fra i più creativi nell'Italia del dopoguerra. Una vita che si interrompe per mano di un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse, quando l'incrudelirsi dello scontro politico lo costringe a schierarsi, facendolo scendere dalle "lisce e sterili pareti" e abbandonare il mito della montagna purificatrice. Il film è frutto di un lungo lavoro di ricerca in archivi pubblici e privati, sulle immagini e le parole depositate e ritrovate.
Micol Cossali ha collaborato come assistente alla regiain alcune produzioni cinematografiche e televisive e si occupa di formazione al linguaggio audiovisivo. Ha realizzato la regia di alcuni cortometraggi e documentari tra cui "Nell'ora che si scioglie" (2003) e "La festa" (2005).
Matteo Zadra è stato collaboratore della fondazioneGuggenheim di Venezia e ha preso parte a numerosi laboratori e corsi di specializzazione nel settore audiovisivo.
Insieme hanno realizzato due documentari sulla rielaborazione della memoria storica locale della Seconda Guerra Mondiale: "Calliano 1943-45. Un paese. Un ponte" (2004), con la collaborazione dello storico Diego Leoni e "13 settembre 1944. Immagini a testimonianza" (2004).

lunedì 19 maggio 2008

Iniziative Italia / Verona, i notabili

Università degli Studi di Verona
Dipartimento di Discipline Storiche,Artistiche, Archeologiche e Geografiche

Seminario Internazionale di Studi
Notabili e storia d’Italia
Caratteri e geografia del notabilato italiano (1861-1922)

Verona, 22-23 maggio 2008

Giovedì 22 maggio 2008
Sala Riunioni del Dipartimento di Discipline Storiche, Artistiche, Archeologhiche e Geografiche
Facoltà di Lettere e Filosofia, 3° piano,Via San Francesco 22
Ore 15.00 Saluto inaugurale Silvino Salgaro, Direttore del Dipartimento diDiscipline Storiche, Artistiche, Archeologiche e Geografiche
Presentazione del seminario. Renato Camurri, Università di Verona
Relazioni introduttive di:

Alfio Mastropaolo, Università di Torino, Notabili, clientelismo e trasformismo;

Jean-Luis Briquet, CNRS-Paris, Produzione e riproduzione del potere notabilare: riflessioni a partire dalla Francia della Terza Repubblica

Ore 17.00

Interventi di:

Luigi Musella, Università di Napoli

Gian Luca Fruci, Università di Pisa

Stefano Levati, Università di Milano

discussione

Venerdì 23 maggio 2008

Aula Artigliere, Via dell’Artigliere
Ore 9.00 Caratteri e geografia del notabilato italiano: alcuni casi regionali

Interventi di:

Emma Mana, Università di Torino, Il Piemonte

Marco Soresina, Università di Milano, La Lombardia

Marco Pignotti, Università di Cagliari, La Liguria

Elena Tonezzer, Fondazione Museo storico di Trento, Il Trentino

Tullia Catalan, Università di Trieste, Il Friuli Venezia-Giulia

Andrea Baravelli, Università di Padova - Alberto Ferraboschi, Reggio-Emilia, L’Emilia-Romagna

Pietro Finelli, Università di Pisa - Marco Pignotti, Università di Cagliari, La Toscana

Marco Severini, Università di Macerata, Le Marche

Marco De Nicolò, Università di Cassino, Il Lazio

Luigi Ponziani, Biblioteca Provinciale “M. Delfico” Teramo, L’Abruzzo

Augusto Ciuffetti, Università Politecnica delle Marche, L’Umbria

Maria Marcella Rizzo, Università del Salento, La Puglia

Vittorio Cappelli, Università della Calabria, La Calabria

Salvatore Adorno, Università di Catania, La Sicilia

Francesco Soddu, Università di Sassari, La Sardegna


Con il contributo di: Consorzio per gli Studi Universitari in Verona
Segreteria organizzativa:

International Students Union ScarlVia Campofiore, 17 - 37129 Verona

Tel/fax +39-045 8034563 +39-397 22386

info@isuverona.it

In collaborazione con:Dottorato di ricerca in scienze storiche e antropologiche

Iniziative INSMLI / Milano, gli archivi di impresa

21 maggio 2008 dalle ore 16.45

TAVOLA ROTONDA
Un futuro per gli archivi di impresa in Italia

Palazzo Litta
Corso Magenta 24 Milano (MM1 MM2 Cadorna)

In occasione della firma della convenzione tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Fondazione Isec di Sesto San Giovanni per la salvaguardia e la valorizzazione degli archivi di impresa
In collaborazione con la Soprintendenza archivistica della Lombardia e l’Associazione Duccio
Bigazzi per la ricerca sulla storia di impresa e del mondo del lavoro.
Archivisti e storici si confrontano sulle prospettive degli archivi di impresa in Italia e
tracciano un bilancio a vent’anni dalla pubblicazione del volume di Duccio Bigazzi:
Il Portello.
Operai, tecnici e imprenditori dell’Alfa Romeo (1906-1926)
.

Partecipanti:
Marina Messina (Soprintendenza archivistica per la Lombardia)
Maurizio Reberschak (Università di Venezia)
Giandomenico Piluso (Università di Siena e “Imprese e Storia”)
Carolina Lussana (Fondazione Dalmine)
Alberto De Cristofaro (Fondazione Isec)

Concludono il dibattito:
Roberto Grassi (Regione Lombardia)
Maria Teresa Sillano (ANAI Lombardia)

Scarica qui il programma.

domenica 11 maggio 2008

Iniziative INSMLI / Torino. Memoria 2.0

Seminario internazionale, Torino maggio 2008

Partners:

Center for Holocaust Studies - Jagellonian University, Krakow (Uniwersytet Jagiellonski), Polska
Centre d’Histoire de la Résistance et de la Déportation de Lyon, France
Istituto Italiano di Cultura a Cracovia, Polka
Joods Museum Van Deportatie en Verzet, Mechelen, België
Mémorial de la Shoah, Paris, France
Miejsce Pamięci i Muzeum Auschwitz - Birkenau, Oswiecim, Polska
Universidade Popular do Porto, Portugal


Le memorie non sono statiche, esse si evolvono e cambiano con ogni generazione e i musei e altre forme di rappresentazione devono ascoltare e alimentare questo processo.
K. Walsh

Dobbiamo oggi fare i conti con una simbolica rottura culturale, una sempre maggiore distanza, non solo temporale ma anche emotiva, nei confronti della memoria.
Negli ultimi decenni è nata una nuova generazione di musei di storia la cui novità interessa i linguaggi e la comunicazione, le forme della mediazione culturale, la concezione stessa delle sedi. Il futuro di musei e memoriali senza i testimoni dell’epoca sarà sempre più legato alle nuove tecnologie e alle grandi scenografie.
Se sussiste un forte attaccamento civile e morale ai simboli del passato e all’idea di sacrario, sempre più numerose sono le istituzioni prive di una collezione o di documenti , che cercano di suscitare emozioni attraverso un’attenta scelta del formato museografico. Musei di memorie, di pensieri, di idee Allestimenti sempre più tecnologici e scenografici che suppliscono all’assenza di oggetti e materiali;
Ma il delicato equilibrio tra sacralizzazione e spettacolarizzazione può essere facilmente infranto. Ci è sembrato quindi importante capire fino a che punto architetture, scenografie e mediazioni multimediali possano essere funzionali al progetto culturale e didattico e quando invece si corre il rischio che i nuovi linguaggi e le tecnologie oltre ad accentuare le potenzialità comunicative dei contenuti, a volte li trascendano.
Questo seminario vorrebbe essere l’occasione per affrontare alcune delle problematiche legate agli strumenti sia linguistici sia di rappresentazione dei memoriali e dei musei.



Organizzatori:
Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
Associazione Acmos
Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”

Luogo del convegno:
Salone d’Onore, Facoltà di Architettura II – Castello del Valentino: 14 maggio 2008
Museo Diffuso della Resistenza: 15 e 16 maggio 2008


Comitato scientifico:
Ersilia Alessandrone Perona, Presidente del Museo Diffuso, direttore dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”
Alberto Cavaglion, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”
Mariachiara Giorda, Acmos
Daniele Lupo Jalla, Presidente ICOM Italia
Guido Vaglio, Direttore del Museo Diffuso

Coordinamento organizzativo:
Francesca Toso

Durante il seminario le sale del Museo saranno a disposizione per:
esposizione di materiali cartacei;
una o più postazioni p.c. con possibilità di consultare la pagina del geoblog;
proiezioni a ciclo continuo di “clip” di presentazione.
Tutti i partecipanti sono quindi invitati a portare materiali e a produrre una presentazione su CD del proprio museo/istituto.


14 MAGGIO 2008
Salone d’Onore - Facoltà di Architettura II – Castello del Valentino ♦ h. 18.00

Quali forme ha la memoria per tramandare se stessa? Uno storico e uno storico dell’architettura s'interrogano sulle possibili declinazioni del ricordo: dalla ricerca storiografia quali strade occorre percorrere per giungere ad una corretta applicazione museale.

Saluti istituzionali
Gianni Oliva, Assessore alla Cultura, Regione Piemonte
Valter Giuliano, Assessore alla Cultura, Provincia di Torino
Fiorenzo Alfieri, Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia

Introduce
Ersilia Alessandrone Perona, Presidente del Museo Diffuso di Torino

Presiede
Rocco Curto, Preside Facoltà di Architettura II, Politecnico di Torino

Intervengono
Georges Bensoussan, storico e direttore de la Revue d’histoire de la Shoah
Serena Maffioletti, architetto e professore associato Università IUAV - Venezia


15 MAGGIO 2008
Museo Diffuso ♦ h. 9.00
Registrazione

h. 9.30 – 13.00:
Riflessione lessicale: la parola “memoriale” tra passato e presente
Nella tradizione classica, come nella modernità, il vocabolo “memoriale” ha assunto significati molto diversi. Non necessariamente prelude al concetto di “museo”, anche se a partire dall’età contemporanea, conservazione delle esperienze passate e trasmissione delle conoscenze, hanno condotto a un avvicinamento, quando non ad una sovrapposizione dei due termini. In questa prima sessione del convegno antichisti, storici dell’età contemporanea, esperti di storia dei musei ed italianisti si confronteranno a partire dalla definizione della parola “memoriale” e delle sue diverse applicazioni nell’arte figurativa, nei monumenti e nelle opere della letteratura (vedi approfondimento allegato).

Presiede
Daniele Jalla, dirigente Coordinatore Servizi Museali – Città di Torino; presidente ICOM Italia

Intervengono
Alberto Cavaglion, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”
Elena Dellapiana, architetto, docente presso il Politecnico di Torino
Vincenzo Padiglione, professore associato di Antropologia Culturale,Università di Roma 1 e direttore del Museo del Brigantaggio di Itri
Anna Lisa Tota, Professore Associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università di Roma Tre


h. 14.30 – 18.00:
La memoria che si inscrive nei luoghi: memoriali e musei in evoluzione

In questi ultimi tempi si è a lungo indagato sui rapporti fra museografia e luoghi di memoria. In questa seconda sessione del convegno il legame non vincolante fra Museo e luogo della memoria verrà esaminato in ogni diverso aspetto, nella sua linearità e nelle inevitabili conflittualità generate tra una istituzione quella museale, che vanta un glorioso passato, e una categoria, quella del luogo di memoria. In tutta Europa la concezione di Museo appare in continua evoluzione. Anche in Italia, come già era accaduto con i Musei del Risorgimento, i luoghi legati alla memoria del secondo conflitto mondiale stanno costantemente rivedendo gli allestimenti ora non più capaci di reggere alle trasformazioni dettate dai nuovi orizzonti storiografici. L’esperienza stessa del conflitto, temi come quello della violenza contro i civili o della guerra di liberazione, sulla base delle ultime ricerche storiografiche, impongono mutamenti che le maggiori istituzioni museali europee stanno recependo.

Presiede
Claudio Dellavalle, Presidente Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea

Intervengono
Paolo Pezzino, professore ordinario presso la Facoltà di Storia, Università degli Studi di Pisa
Thomas Lutz, direttore Die Topographie des Terrors, Berlin
Denis Peschanski, directeur scientifique adjoint Centre National de la Recherche Scientifique, Paris

Luca Zevi, architetto, Museo della Shoah, Roma
Guido Morpurgo, architetto del Memoriale della Shoah, Milano
Ersilia Alessandrone Perona, Guido Vaglio, Studio N!03, II caso torinese del Museo Diffuso

Conclusioni
Jacques Fredj, direttore del Mémorial de la Shoah, Parigi
Adriaens Ward, direttore Joods Museum Van Deportatie en Verzet, Mechelen, België


16 MAGGIO 2008
Museo Diffuso ♦ h. 10.00 – 12.30

Stories on geography: geoblog europeo della memoria
Geoblog: è una mappa partecipativa on-line dei luoghi delle memoria dell’Europa: un ambiente interattivo in cui esplorare e sperimentare l’idea di Europa unita nei linguaggi e con le sensibilità dei nuovi media. Già sperimentato a Torino nella primavera del 2006, il geoblog è un nuovo spazio pubblico virtuale, dove a parlare sono i luoghi e le persone che li attraversano.

Presiede
Carlo Infante, giornalista ed esperto di nuovi media

Intervengono
Germano Paini, Thinking Loci: progettista ed esperto di catalogazione informatica
Marco Tabbia, PerformingMedia Lab
Mariachiara Giorda, Acmos
Agnieszka Sadecka, Center for Holocaust Studies - Jagellonian University, Krakow
Manuel Loff, professore storia contemporanea presso FL.UP, Faculdade Letras Universidade Popular do Porto


h. 14.00 – 18.00:
TAVOLA ROTONDA


La mediazione didattica in evoluzione nei luoghi della memoria
E’ possibile “insegnare la guerra”? Esiste forse un argomento più delicato e al tempo centrale nella storia del XX secolo? Memoriali e musei della Resistenza e della deportazione da tempo ormai hanno aggiunto al loro lavoro tradizionale un tentativo di mediazione didattica, attraverso la progettazione di Laboratori di storia, visite guidate, assistenza e collaborazione a Viaggi della memoria, redazione di guide per gli studenti, questionari, dispense di varia natura. Occorre istituire un comune tavolo di lavoro, dove queste esperienze possano confrontarsi ed entrare in un circuito informativo capace di rendere più fluide le comunicazione e il travaso delle esperienze. Questa sessione del convegno intende offrire questa possibilità ai responsabili della didattica dei musei di storia del Novecento.

Presiede
Vincenzo Simone, dirigente settore educazione al patrimonio culturale Torino

Interviene
David Meghnagi, direttore del Master Internazionale in didattica della Shoah

Comunicazioni
Nadia Baiesi, Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole, Marzabotto (BO)
Simona Bezzi, Istituto storico, Modena
Stéphanie Boissard, Maison d’Izieu
Alessandra Chiappano, Fondazione della Memoria, Milano
Laura Fontana, Direttore dell’Istituto storico della Resistenza di Rimini
Alessandra Fontanesi, Istoreco, Reggio Emilia
Marzia Luppi, Fondazione Fossoli Carpi (MO)
Alessandra Minerbi, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Milano
Elisa Ferrero, Associazione Acmos, Torino
Gemma Luzzi, Museo storico della Liberazione, Roma

giovedì 8 maggio 2008

Iniziative Sassari / Dante Castellucci "Facio"... In nome del partito Comunista

Giovedì 8 maggio 2008
Sassari, Teatro Verdi ore 21
Ingresso Studenti 3 € - Pubblico 10 €

Ersu e Facoltà di Lettere e Filosofia
presentano
per la prima volta in Sardegna


Dante Castellucci "FACIO”... in nome del partito comunista..

Con Antonio Bertusi, Antonio Branchi, Riccardo Naldini, Matteo Procuranti fisarmonica e voce Davide Giromini

Collaborazione artistica di Sabine Bordigoni,Nausikaa Angelotti, Rachele Del Prete
Regia di Virginia Martini


La storia narrata dallo spettacolo di Blanca Teatro, gruppo carrarese da tempo impegnato nel cosiddetto teatro di ricerca, mette in scena la vita e la morte di un partigiano, Dante Castellucci, nome di battaglia “Facio”. Lo spettacolo si ispira alle memorie della compagna di Facio, Laura Seghettini, e al suo libro, edito da Carocci nel 2007 con il titolo Al vento del nord per le cure di Caterina Repetti.Quella del partigiano “Facio” non è una storia che si presta a celebrazioni, né si può incasellarla nelle inutili immagini agiografiche della Resistenza. Al contrario, la vicenda di Dante Castellucci si offre come occasione di riflessione e approfondimento, di esercizio critico nei confronti di una lotta da non dimenticare.Lo spettacolo mette in scena una storia complessa e ancora non riconciliata, una storia bellissima e commovente, nella quale si intrecciano memoria, passione e amore. “Facio”, ucciso dai suoi compagni dopo un processo farsa, è una sorta di vivissimo fantasma che prende il centro della scena, un fantasma che abita alternativamente gli attori, per raccontare la storia di una vita, sospesa fra lotta e delusione, fra impegno e tradimento.Uno spettacolo ricco ed emozionante, che fa ridere, fa piangere e fa pensare.


Nel pomeriggio di giovedì, alle ore 15,30 in aula O Facoltà di Lettere e Filosofia, via Zanfarino 62, la regista, Virginia Martini e gli attori della compagnia incontreranno gli studenti e il pubblico.

Iniziative INSMLI / Udine, Minoranze linguistiche e Resistenza

REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
ISTITUTO FRIULANO PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE

CONVEGNO

Minoranze linguistiche e Resistenza. Friuli-Venezia Giulia,Italia, Europa
Minorancis linguistichis e resistence.Friûl-Vignesie Julie, Italie, Europe
Jezikovne manjsˇine in Odpornisˇ tvo. Furlanija Julijska krajina, Italija, Evropa
Minderheitssprachen und Widerstand. Friaul Julisch Venetien, Italien, Europa


Udine, palazzo Kechler. piazza XX Settembre
giovedì 8 maggio h. 15.00-19.30
venerdì 9 maggio h. 9.00-13.00

Giovedì 8 maggio, ore 15:00
Saluto delle Autorità
Presiede prof. Gianni Perona (Università di Torino)
Relazioni
Gianni Perona: La frontiera: l'intreccio dei problemi politici e linguistici.
Paolo Levi Momigliano: La questione della lingua in Valle d'Aosta sotto il fascismo e nel corso della lotta di liberazione.
Donato Toffoli: Lotta di liberazione e questione friulana.
Nevenka Troha: L'antifascismo e la Resistenza slovena di fronte al problema della difesa della lingua slovena sia dentro i confini dello stato italiano sia dopo l'aprile 1941 con la costituzione della provincia di Lubiana.
Mila Orlic: Dall'Italia alla Jugoslavia: le comunità nazionali in Istria tra fascismo, guerra e dopoguerra.
William Cisilino: Il regime fascista e la repressione delle lingue minoritarie.

Venerdì 9 maggio, ore 9:00
Presiede prof.ssa Silvana Schiavi Fachin (Università di Udine)
Relazioni
Marco Stolfo: Diritti linguistici, autonomie territoriali, Europa. L'eredità della “Carta di Chivasso”.
Gustavo Buratti: Dai “provenzali alpini” agli occitani.
August Rafanell: La lingua catalana sotto il franchismo, fra la politica e la vita.
Santiago de Pablo: La lingua basca durante la dittatura franchista: repressione, resistenza e identità nazionale.
Guglielmo Cevolin: Le minoranze linguistiche dalla tutela costituzionale a strumento di integrazione europea.


Uno dei caratteri del Movimento di Liberazione locale, nazionale ed europeo fu senza dubbio quello di lotta anche contro lo stato accentratore.
Il carattere di stato totalitario, autoritario e poliziesco era connaturato a tutti i fascismi, e quindi fin dall'inizio della Resistenza fu quasi naturale che anche le forze politiche che non avevano nei loro programmi il federalismo o il regionalismo fossero inclini ad operare come se avessero nei loro programmi una tale prospettiva di stato democratico.
Fu così che fin dagli inizi la Resistenza manifestò una particolare attenzione alle autonomie e alle espressioni di quegli aspetti della cultura periferica che il fascismo aveva conculcato. Questo generale orientamento politico portò, in seguito alla sconfitta del fascismo ed alla costruzione del nuovo stato democratico, all'introduzione nella Costituzione di una delle più rilevanti novità istituzionali, quella delle Regioni a statuto ordinario, dell'articolo 6 sulle minoranze linguistiche, e del riconoscimento delle Regioni a statuto speciale.
Senza addentrarci nei ritardi che ci furono nel dopoguerra per l'attuazione del dettato costituzionale, rimane il fatto che durante il biennio resistenziale fu fervido il dibattito sull'autonomia sia in una dimensione regionale (la Resistenza friulana e slovena fino alla costituzione della Repubblica partigiana della Carnia e dell'Alto Friuli), sia in un quadro italiano (la Resistenza francofona e occitana in Piemonte e Valle d'Aosta, le istanze promosse nella Carta di Chivasso e l'influenza che ebbe in Friuli), sia in una dimensione europea (franchismo spagnolista/antifranchismo catalano, basco e galiziano; maquis occitano in Francia). Numerose sono le esperienze di teoria e di prassi antifascista che tengono conto della specificità linguistica minoritaria e dell'esigenza di garantire i diritti linguistici come diritti fondamentali di cittadinanza.
Non vanno trascurate nel contesto generale le forme messe in atto dal fascismo e dal nazismo nei confronti di alcune comunità minoritarie (l'introduzione del patois – cioè della lingua d'oc – nelle scuole di Vichy; il collaborazionismo bretone e fiammingo in funzione antifrancese; il richiamo ai friulaner nelle motivazioni che precedono la costituzione del Litorale Adriatico e la captatio benevolentiae con l'operazione incentrata in Friuli sul giornale “La voce di furlania”in funzione di sostegno al fascismo filonazista), ma non legando mai il riconoscimento delle minoranze linguistiche a forme di autogoverno democratico e di autonomia amministrativa e base per una riforma democratica dello stato.
Su queste considerazioni l'Istituto si propone di dar vita ad una giornata di studi e di confronto su questi temi, per fare 'memoria viva' su Resistenza e democrazia, su Resistenza e Costituzione, proprio utilizzando la chiave di lettura della tutela e della valorizzazione delle minoranze linguistiche, con una visione dinamica della storia, legata all'attualità nazionale ed europea, nella sua dimensione storica come nella prospettiva della contemporaneità. Infatti la problematica sul ruolo delle minoranze linguistiche nell'Europa dei popoli e delle regioni storiche è di estrema attualità e riguarda non soltanto il Friuli Venezia Giulia, ma numerosi altri Paesi europei.
La finalità della proposta di una giornata di studi su queste tematiche è quella di creare un'occasione di confronto tra esperienze storiche diverse e stimolare la ricerca su queste specifiche questioni, tenendo in considerazione anche l'attualità del dibattito culturale che si è andato sviluppando negli ultimi anni nella nostra Regione ed in Friuli.

Con il patrocinio di
Regione Piemonte
Università di Udine. Dipartimento storia e tutela dei beni culturali
Fondazione CRLP

Istituto friulano per la Storia del Movimento di Liberazione
Viale Ungheria 46 33100 Udine
tel 0432 295475
fax 0432 296952
www.ifsml.it ; ifsml@ifsml.it

sabato 3 maggio 2008

Iniziatve INSMLI / Modica, convegno su Nenè Criscione

Università degli Studi di Catania
Istituto Nazionale di Storia del Movimento di Liberazione in Italia
Istituto Siciliano per la Studio della Storia Contemporanea
Cenacolo “Dietrich Bonhoeffer”
Centro Studi “Feliciano Rossitto”
Il dialogo

Convegno
Nenè Criscione: la passione civile di un intellettuale

5 maggio 2008
Domus Sancti Petri
Modica, corso Umberto I

I Sessione ore 9.00-13.00
I movimenti giovanili negli anni Sessanta del ‘900
Ore 9.00 Apertura dei lavori e saluti
Presiede, Gianni Perona (Università degli Studi di Torino, direttore scientifico dell’INSMLI)
Introduce, Rosario Mangiameli (Università degli Studi di Catania, ISSICO)
Giuseppe Barone (Università degli Studi di Catania), Gli anni della formazione: la passione per la storia tra ricerca e impegno politico
Giorgio Sparacino (vicepresidente del Centro Feliciano Rossitto)

Testimonianze
Padre Lorefice, La Fuci e la parrocchia di S. Pietro a Modica
Pippo Giannone, Il movimento modicano degli studenti e degli operai
Pippo Gurrieri, Il ragusano negli anni della strategia della tensione
Carlo Ruta, Informazione, giustizia e società nella Sicilia orientale dopo il Sessantotto

Dibattito

II Sessione ore 15.00-18.00
Ricerca didattica, laboratorio di storia e Web
Presiede, Giuseppe Barone (Università di Catania)
Aurora del Monaco (Laboratorio nazionale di didattica della storia), Insegnare la storia
Maurizio Gusso (IRIS), Ricerca didattica e impegno civile nella scuola
Giuseppe Deiana (Liceo scientifico “S. Allende”, Mi), Il laboratorio di storia
Serge Noiret (Istituto europeo di Firenze), La storia in rete
Leonardo Rossi (INSMLI), Forme di pubblicazione in rete
Chiara Ottaviano (Cliomediaofficina), Mafia e web

Dibattito

n.b. La partecipazione al convegno è valido ai fini dell’aggiornamento degli insegnanti e dà diritto all’esonero dall’attività didattica.

Sito web dell'ISSICO

Iniziative INSMLI/ Torino, seminario Giellismo e Azionismo

Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”
con il sostegno e la collaborazione di:
Fondazione Avv. Faustino Dalmazzo
FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane)
Associazione Nazionale Riccardo Lombardi

con il contributo di: Compagnia San Paolo


GIELLISMO E AZIONISMO
CANTIERI APERTI
4ª edizione
5-7 maggio 2008

Sala conferenze Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto)
Via del Carmine 13, Torino