domenica 16 marzo 2008

La Regione Piemonte e gli Istituti Storici della Resistenza

REGIONE PIEMONTE- Approvata in Commissione una Pdl per trasformare in Consorzi obbligatori quattro Istituti della Resistenza

La Commissione Cultura del Consiglio regionale ha licenziato la proposta di legge n. 519 sulle modifiche alla legge regionale n. 7 del 22 gennaio 1976, in merito alle attività della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana. Relatori della proposta in Aula saranno un consigliere dei Comunisti Italiani ed un consigliere della Lega Nord. Si tratta dell'introduzione di una norma che permetterà la continuità dell'attività degli Istituti storici della Resistenza di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara-VCO, costituiti come Consorzi e dunque oggetto dell'applicazione della nuova normativa (contenuta nella legge finanziaria), che consente ai Comuni di far parte di un'unica forma associativa, ad eccezione dei rifiuti e del servizio idrico. Una scelta che i Comuni dovranno effettuare entro il 30 settembre 2008 e che, con ogni probabilità, vedrà privilegiati i Consorzi per la gestione dei servizi socio-assistenziali. Il problema non riguarda invece gli altri due Istituti storici di Torino e Vercelli-Biella, poiché costituiti come associazione. La pdl, di carattere bipartisan, è stata presentata da un gran numero di consiglieri regionali - primi firmatari il vicepresidente PD del Consiglio regionale, con delega al Comitato Resistenza, e un consigliere dei Comunisti Italiani - ed è stata licenziata in Commissione a larga maggioranza (non ha partecipato al voto Alleanza Nazionale). Il testo specifica che "gli Istituti per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Asti, di Alessandria, di Cuneo e di Novara sono Consorzi obbligatori tra le Province, i Comuni e le Comunità montane territorialmente interessati e sono dotati di personalità giuridica, autonomia gestionale e patrimoniale ". Gli Istituti svolgono funzioni di studio e raccolta di materiale documentario e bibliografico inerente la storia contemporanea, con specifico riferimento alle vicende del territorio, oltre al ruolo di formazione e di educazione etico-civile basato sui valori espressi dalla Resistenza e recepiti dalla Costituzione repubblicana, promuovendo ricerche in campo storico-antropologico ed economico. La proposta di legge dovrà ora passare all'esame del Consiglio regionale.

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