venerdì 27 febbraio 2009

Situazione dell'ISSRA: due articoli de "L'Unione Sarda"

Pubblichiamo i due articoli sulla situazione dell'ISSRA comparsi ne "L'Unione Sarda" di domenica 22 e martdì 24 febbraio 2009.


L’UNIONE SARDA
Domenica 22 febbraio 2009
Cronaca Regionale


Cancellato l'istituto della Resistenza
Tagliato da Soru con gli enti inutili l'archivio di Emilio Lussu
L'istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'autononia rischia di chiudere: la Regione non lo finanzia più.
di CARLO FIGARI

L'ultima fatica è la pubblicazione di tutte le opere di Emilio Lussu. Una serie di volumi che raccolgono la vastissima attività pubblicistica del fondatore e leader del partito sardo d'Azione, nonchè eroico combattente, poi tra i padri della Costituzione italiana. E anche un grande narratore che, con "Un anno sull'Altipiano", ha lasciato un romanzo storico ineguagliato sulla Prima Guerra mondiale vista con gli occhi del soldato di trincea. Il volume è uscito lo scorso anno, altri seguiranno grazie al finanziamento della Fondazione Banco di Sardegna. Ma l'opera omnia di Lussu potrebbe essere l'ultimo lavoro dell'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'Autonomia, noto con l'inpronunciabile acronimo Issra. A fine dicembre ha praticamente chiuso l'attività, licenziato la segretaria, ridotto al minimo l'accesso alla biblioteca di storia contemporanea più ricca e importante della Sardegna, tagliato tutti i progetti di ricerca e i rapporti con le scuole. Nella sua sede custodisce l'archivio privato di Emilio Lussu, per anni studiato e digitalizzato per intero e oggi patrimonio della collettività. Ma chi potrà più consultarlo?
CANCELLATO
Di fatto l'Issra non esiste più, almeno così com'è stato nei trent'anni di gloriosa attività. Cancellato dalla mannaia della giunta Soru che si è abbattuta senza distinzioni su enti, associazioni e istituti ritenuti inutili. Basta con l'assistenzialismo, con la galassia di sigle e siglette che negli anni hanno attinto - chi più, chi meno - alle casse della Regione. L'operazione-pulizia ha inghiottito tutti indistintamente. Anche il glorioso Issra, che a livello nazionale fa parte della rete degli istituti storici appartenenti con diverse finalità e nomi all'Insmli (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione).
DUE SEDI
In Sardegna l'Issra ha due sedi: quella di via Lanusei 14 a Cagliari, e l'altra a Sassari in via Piga 14 [recte 7]. Per la prima volta nella sua trentennale vita l'istituto si ritrova senza un euro in bilancio. Che può fare un'associazione con finalità pubbliche senza alcun finanziamento? Niente, se non vivacchiare grazie alla passione e alla volontà dei soci. Il presidente è Gian Giacomo Ortu, docente di storia contemporanea nella facoltà di Scienze Politiche, autore di numerosi saggi e di fondamentali studi sulla Sardegna del Novecento. Personaggio di dichiarata fede di sinistra, non ha mai nascosto il suo pensiero politico. Negli ultimi mesi dello scorso anno aveva tentato in tutti i modi un salvataggio dell'Issra sommerso dai debiti e cancellato in pratica dalla legge di riforma del settore cuturale. Oggi per la prima volta denuncia pubblicamente la sua amarezza. «Le elezioni sono finite, ora posso parlare senza timore di strumentalizzazioni» dice subito: «In mancanza di un qualsiasi finanziamento l'istituto sarà costretto a chiudere». L'amarezza più forte è il totale disinteressamento mostrato dalla giunta bocciata dal voto di domenica scorsa. «Non ho incontrato alcuna attenzione da parte del presidente Soru. Ma noi abbiamo una storia e una dignità da difendere, non si può far finta di niente».
IL TAGLIO
L'istituto viveva con i fondi stabiliti da una legge del 1985: 40 milioni di lire. In tempi recenti il bilancio è arrivato a 58 mila euro complessivi [42 mila Euro dal 2005]. Nel 2007 un'altra legge, la 14, ha eliminato la precedente tagliando ogni finanziamento. I progetti già partiti e rimasti senza copertura hanno portato in rosso il bilancio dell'istituto. «Con gli ultimi fondi la Regione ci ha consentito di ripianare il passivo avvertendo che in futuro avrebbe potuto contribuire solo per i progetti concordati con l'assessore». Cosa significa? In sostanza niente più autonomia di ricerca, ma l'istituto si sarebbe trasformato in un corpo staccato e non ufficiale dell'assessorato alla cultura. Ogni passo deciso con l'assessore Mongiu e, visto che ai vertici niente si muoveva senza l'ok del gran capo, i progetti (libri, ricerche, conferenze, manifestazioni) avrebbero dovuto ottenere il consenso direttamente da Soru. «Una follia» taglia corto Ortu: «A noi tutte le spese per far vivere l'istituto e in più esautorati da qualsiasi decisione che non piacesse direttamente al presidente».
La sede di via Lanusei con la ricca biblioteca è ancora aperta, ma solo quando sono presenti Ortu o la direttrice Maria Luisa Plaisant (insegnante e ricercatrice distaccata all'Issra, ora in pensione). In realtà resta aperta perché è ospitata a titolo gratuito in un appartamento di proprietà dello stesso professor Ortu. Va un po' meglio a Sassari dove l'Istituto diretto dal docente Aldo Borghesi è accolto in un locale della Provincia. Anche qui con le casse vuote. «Quale sarà il futuro dell'Istituto è difficile ipotizzare», conclude Ortu: «Contiamo in una modifica della legge perché non è in gioco la sorte di un'associazione, ma lo studio della nostra storia». Sarebbe il colmo che un istituto legato ai valori più cari alla sinistra e colpito a morte dalla politica di Soru fosse salvato da una giunta di centrodestra. Ma è quello che molti sperano, soprattutto tra gli ex compagni.
La scheda
Nato sui valori della repubblica
In Italia sessanta sedi e mezzo secolo d'attività
Incontri con gli studenti, conferenze all'università, manifestazioni in occasione del Giorno della Memoria o di eventi legati alla Resistenza, il lavoro di archivio per migliaia di documenti, la gestione della biblioteca di via Lanusei, la pubblicazione di ricerche e saggi storici. Ecco in sintesi il grosso dell'attività dell'Issra, l'istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'Autonomia condannato a morte dalla giunta Soru. L'Issra, con sedi a Cagliari e Sassari, fa parte della rete dell'Insmil, l'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia fondato da Ferruccio Parri nel 1949 con lo scopo di raccogliere, conservare e studiare il patrimonio documentario del Corpo Volontari della Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Nel corso di oltre 50 anni di attività ha contribuito in modo determinante, con numerosissime iniziative di studio e pubblicazioni, all'affermazione in Italia di una storiografia contemporanea su base scientifica.
L'Istituto, che fonda la propria attività sui valori ispiratori della Resistenza espressi nella Costituzione repubblicana del 1948 e sugli ideali dell'antifascismo, democrazia, libertà e pluralismo culturale, è oggi, sotto la presidenza di Oscar Luigi Scalfaro, presidente emerito della Repubblica italiana, un sistema federativo di 66 Istituti associati diffusi sull'intero territorio nazionale. Tra questi l'Issra della Sardegna.
Oltre alla pubblicazione di fonti e saggi per lo studio della storia contemporanea e alla pubblicazione della rivista Italia contemporanea, promuove la ricerca storica attraverso la Scuola Superiore di Storia Contemporanea, con convegni di studio e con una biblioteca e un archivio specializzati; assicura la comunicazione e la divulgazione critica dei risultati della ricerca e svolge attività di formazione e aggiornamento soprattutto fra gli insegnanti. In Sardegna ora rischia di scomparire a meno di un salvataggio della futura amministrazione regionale. (c.f.)



L’UNIONE SARDA
Martedì 24 febbraio 2009
Cronaca Regionale
Non ci sono più fondi per gli studi storici
Beni culturali. L'assessore Mongiu: inesatto parlare di chiusura dell'istituto sardo per la Resistenza. Il presidente Ortu: è tutto vero
Scoppia la polemica a distanza sulle sorti dell'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'autonomia, autorevole associazione di storici e ricercatori che da 24 anni curano manifestazioni, incontri con gli studenti, eventi culturali e studi sulle vicende del Novecento. Nella sede cagliaritana di via Lanusei vantano la più ricca e importante biblioteca di storia contemporanea disponibile oggi in Sardegna e custodiscono l'archivio privato di Emilio Lussu, catalogato e digitalizzato per intero. Dallo scorso anno, però, non possono più operare perché sono rimasti senza neppure un euro perché la Regione ha bloccato i finanziamenti. Le ultime iniziative (gli incontri per il Giorno della Memoria, lo scorso gennaio) le hanno svolte solo grazie alla passione dei soci, cioè degli studiosi che ci lavorano a titolo gratuito. In pratica, senza più fondi, l'Issra (così chiamato) è condannato alla chiusura definitiva. Il grido d'allarme e di dolore è partito dal presidente, Gian Giacomo Ortu, docente dell'università di Cagliari, che in un'intervista ha recitato il de profundis per il "suo" istituto in conseguenza della politica culturale della giunta Soru.
Ieri è giunta la replica dell'assessore alla cultura Maria Antonietta Mongiu: «Parlare di "cancellazione", come fa l'Unione Sarda nell'intervista a Gian Giacomo Ortu è del tutto inesatto. Per l'Issra è stato previsto, così come in tutti gli anni della giunta Soru, anche nel 2007 un contributo di 42 mila euro, pari a quanto richiesto dall'Ente che ne riceverà 29.280 poiché non ha speso l'intera somma ricevuta nell'anno precedente. L'Issra, inoltre, non ha presentato domanda per il 2008», dice in una nota. «Affermare che, con l'approvazione da parte del Consiglio nel 2006 della legge 14, sono stati tagliati i finanziamenti non corrisponde, dunque, al vero: con le direttive previste nel maggio 2008, si sono individuati i criteri per l'erogazione dei contributi agli enti e le istituzioni culturali. Così all'Issra, come a tutti gli altri soggetti culturali, è stato richiesto di svolgere i compiti stabiliti dalla stessa legge di istituzione».
«Non c'è mai stato nessun controllo sull'attività svolta dai singoli enti culturali - aggiunge la Mongiu - da parte dell'assessore o della giunta in genere, poiché la programmazione delle loro attività è assolutamente libera ed è oggetto di verifica solo in sede di controllo amministrativo. Nell'unico incontro con i rappresentanti degli enti ci si è limitati, così come previsto dalla legge, a dare alcuni indirizzi, in particolare a richiedere il coordinamento tra la programmazione e le attività degli enti che operano sulle medesime tematiche, ma non ci risulta che ad oggi siano stati in grado di realizzare tale sinergia».
Il professor Ortu conferma punto per punto i contenuti dell'intervista e rincara la dose: «I chiarimenti forniti dall'assessore Mongiu - dice - non recepiscono la sostanza delle mie dichiarazioni. Per quale ragione (politica o meno) ad un ente che ha beneficiato per ventiquattro anni, sulla base della legge 25 del 1985, di un contributo per il suo funzionamento che gli ha permesso di costruire delle importanti strutture di lavoro (due archivi e due biblioteche informatizzate a Cagliari e a Sassari) e di avere assegnati due insegnanti al Ministero della Pubblica istruzione, è stata sottratta d'un colpo la possibilità di sostenere l'onere di queste strutture e delle molteplici attività di servizio che ha svolto per cinque lustri? L'Issra ha tutti i requisiti, compresa la personalità giuridica, per accedere ai finanziamenti previsti dalla legge 14 del 2006, ma non dispone più delle condizioni di struttura per utilizzarle al meglio. Da qui la mancata richiesta di contributi per il 2008. Il finanziamento di cui l'Issra ha ancora beneficiato per il 2007, ma nell'anno successivo, è stato ovviamente utilizzato per sanare i costi di attività sostenuti nello stesso anno». (c. f.)

1 commento:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie