lunedì 17 ottobre 2011

Iniziative INSMLI / Aosta, Valle d'Aosta laica e liberale

Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta
Edizioni End

Presentazione del volume


La Valle d’Aosta laica e liberale

Antagonismo politico e anticlericalismo nell’età della Restaurazione 1814-1848


di Andrea DÉSANDRÉ



Aosta, Salle de l’Hôtel des États, mercoledì 19 ottobre 2011, ore 18


Alla presenza dell’Autore, parleranno il senatore César Dujany, Presidente dell’Istituto e Leo Sandro Di Tommaso, storico.



La componente laica e anticlericale dell’800 e del primo ’900 valdostani, minoritaria senz’altro ma politicamente e culturalmente decisiva, ha sinora riscosso scarso interesse sul piano storiografico. L’universo clericale gode di una vasta letteratura in continua espansione, quello liberale e risorgimentale deve invece accontentarsi di qualche capitoletto sparso qua e là in saggi di storia del giornalismo, delle istituzioni o dei ceti dirigenti. Questo libro, costato un paio d’anni di ricerche, intende avviare una corsa ai ripari. Partendo dalla caduta di Napoleone, ripercorre le vicende del liberalismo nostrano ­ fino allo sbocco rivoluzionario del 1848, e si propone di riportare alla luce tutto un mondo sommerso costretto alla clandestinità dagli apparati di dominio e repressione del risorto assolutismo sabaudo.

Secondo i gendarmi dell’ortodossia «malpensanti» e «malintenzionati», i liberali valdostani emergono nei momenti forti, quali i moti del ’21 o le congiure degli anni ’30, e nel quotidiano aspettano pazienti, ben mimetizzati nel contesto ideologico in cui si trovano ad agire, occasioni propizie per sferrare attacchi contro l’autorità governativa e contro quella religiosa, le due colonne portanti su cui cioè poggia l’architrave del sistema di potere ingegnato per arginare le loro idee. Modalità e linguaggi della lotta raramente sono diretti, i messaggi politici vengono veicolati da scritti e discorsi in apparenza inoffensivi oppure passano attraverso la muta eloquenza dei gesti simbolici. L’autore li coglie nel vivo nelle carte in cui ancora pulsano, e ci restituisce un «pezzo» di storia locale rimasto a lungo sepolto negli archivi.


Andrea Désandré (Aosta, 1971) insegna Materie Letterarie negli istituti superiori della regione. Al tema delle élites dirigenti locali ha dedicato una parte rilevante della propria tesi di laurea, primo studio da cui sono nati Aosta dal 1773 al 1814: amministrazione ed élites tra riforme, rivoluzioni e controrivoluzioni, in T. Omezzoli (a cura di), Il Comune di Aosta. Figure, istituzioni, eventi in sei secoli di storia, Aosta 2004, e Le Municipalità nell’era francese, in E. E. Gerbore, J.-C. Perrin (a cura di),Le rôle des communautés dans l’histoire du pays d’Aoste, Quart 2006. Grazie ad un distacco, tuttora vigente, presso l’Istitutostorico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta ha potuto ampliare i propri orizzonti di ricercaintraprendendo indagini archivistiche molto impegnative e, nel 2008, è uscito con Notabili valdostani. Dal fascismo al fascismo: viaggio a ritroso e ritorno.







Info END edizioni – Gignod (Aosta) 3477722541/3470909185 end@corpo12.it

martedì 11 ottobre 2011

Libri / Cagliari, presentazione "Libro e università nella Sardegna del '700"

AM&D EDIZIONI - LIBRERIA FELTRINELLI
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CAGLIARI - VENERDI' 14 OTTOBRE 2011
FELTRINELLI POINT - VIA PAOLI, 19 - ore 18

presentazione del libro di

WALTER FALGIO

"LIBRO E UNIVERSITA' NELLA SARDEGNA DEL '700"

intervengono:

Gian Giacomo Ortu, Università degli Studi di Cagliari
Stefano Pira, Università degli Studi di Cagliari

Sarà presente l'autore

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AM&D EDIZIONI SAS
Via Aosta 3/5 – 09126 CAGLIARI

LIBRO E UNIVERSITÀ
NELLA SARDEGNA DEL ’700
La monografia di Walter Falgio
per
AM&D Edizioni
Lumi, libri e riforme culturali nella Sardegna del ’700
esisteva. Il lavoro del ricercatore cagliaritano e studioso di storia delle idee,
Un libro sui libri e sull’Università nella Sardegna settecentesca ancora non
Walter Falgio, ricostruisce per la prima volta, attraverso una scelta
metodologica precisa e un lungo percorso di scavo archivistico, la composizione
e le caratteristiche di biblioteche sarde a cavallo tra XVIII e XIX secolo.
La monografia “Libro e Università nella Sardegna del ’700” (collana Agorà
– AM&D edizioni, 35 euro, 248 pagine) indaga quindi la riforma degli
atenei isolani di Cagliari e di Sassari, luoghi privilegiati di elaborazione culturale
nell’isola nella seconda metà del secolo XVIII.
Lo scenario che emerge dallo studio di Falgio svela i profili di una società
sarda in mutazione, animata da intelligenze fervide, da una generazione di
homines novi in grado di recepire pienamente i riflessi dei Lumi: «È ormai
appurato che la Sardegna del secondo Settecento sia attraversata da un vivace
fermento culturale carico di idee moderne e innovative. – scrive l’autore nelle prime righe della premessa – Non è difficile riscontrare
nei trattati dei docenti chiamati a insegnare nelle Università riformate o nelle opere scientifiche e letterarie di una parte illuminata
dell’élite locale, riflessi di giusnaturalismo o di empirismo, quand’anche di newtonianesimo o di razionalismo».
L’indagine sulle Università si è concentrata attorno alle relazioni e alle memorie scritte in Sardegna e inviate a Torino, prima della
riforma sabauda degli atenei isolani, tra il 1755 e il 1764. «Si tratta di documenti per lo più inediti, non sconosciuti ma probabilmente
sottovalutati, che restituiscono la complessa e viva trattazione delle problematiche relative agli atenei sardi. – continua Falgio – Questi
testi sono frutto delle indagini sia di giunte costituite appositamente dal re e sia di singoli intellettuali e tecnici chiamati a esprimersi su
questioni ritenute preminenti. Ne emerge una autonomia propositiva e un’apertura culturale degli estensori che in qualche modo porta a
riconsiderare il centralismo dell’amministrazione sabauda e del ministro Bogino».
Questa stagione di rinnovamento vede in campo protagonisti di primo piano del panorama culturale del regno. Uno di loro è
Michele Antonio Plazza, «forse il primo scienziato di rilievo a essere parte del processo di rifondazione delle sarde università, dal 1759 a
capo della Scuola di Chirurgia dell’Ateneo cagliaritano. – descrive lo storico – Sulla base di nuove acquisizioni documentarie si è
cercato di aggiungere qualche tassello anche alla migliore comprensione di questo poliedrico intellettuale, botanico, chirurgo e geografo».
Dopo i luoghi ecco gli strumenti attraverso i quali sono stati recepiti in Sardegna gli stimoli culturali della società settecentesca.
Falgio ha approfondito un ambito di studio poco conosciuto quale la composizione delle biblioteche private sarde. «Ispirandosi ai
principi di metodo sperimentati tra il 1965 e il 1970 dalla ricerca collettiva coordinata da François Furet, “Livre et société” – scrive
l’autore – è stata individuata una serie di inventari datati tra gli anni Settanta del Settecento e gli anni Trenta del secolo successivo». Le
conclusioni della ricerca confermano che all’epoca, anche nell’isola, ci si misurava con i dibattiti dei Lumi e i temi della modernità.
«L’orizzonte culturale della Sardegna di fine Settecento – spiega lo storico Gian Giacomo Ortu nella prefazione – si rivela non del
tutto ristretto e provinciale, per la comparsa non episodica nelle biblioteche delle opere dei maggiori esponenti dell’illuminismo italiano
e francese». Si tratta di autori universali e grandi maestri del pensiero: da Muratori a Beccaria, da Voltaire a Quesnay, da Adam
Smith a Filangieri.
Walter Falgio è laureato in Filosofia e dottore di ricerca in Storia moderna e contemporanea. Autore di saggi sulla storia delle
idee e sulla circolazione del libro nella Sardegna settecentesca, collabora con la cattedra di Storia moderna della Facoltà di
Architettura all’Università di Cagliari e con l’Istituto sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia. Giornalista professionista,
lavora all’Ufficio stampa della Regione Sardegna.

domenica 5 giugno 2011

Iniziative INSMLI / Firenze, insabbiamento delle indagini sulle stragi nazifasciste


ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA IN TOSCANA


Presentazione di


Archiviazione provvisoria

Un documentario sull’insabbiamento dei fascicoli d’indagine riguardanti le stragi nazifasciste in Italia


di Carmine Cicchetti, Chiristian Caiumi, Antonio Dell’Aquila.


Ne discutono Paolo Pezzino, Filippo Focardi, Nicola Labanca, Carlo Carli



Martedì 7 giugno 2011, ore 17.30
Auditorium di Sant’Apollonia, via Sangallo 25 – Firenze

venerdì 20 maggio 2011

Fascismo di provincia: l'ISRT organizza un convegno e accetta proposte di relazioni

ISTITUTO STORICO

DELLA RESISTENZA

IN TOSCANA

Il fascismo in provincia.

Articolazioni e gestione del potere tra centro e periferia

Convegno scientifico – Firenze, 24-25 novembre 2011

Call for papers

L’Istituto Storico della Resistenza in Toscana invita a presentare proposte di relazioni da svolgere al Convegno scientifico nazionale dedicato Il fascismo in provincia. Articolazioni e gestione del potere tra centro e periferia che l’Istituto promuove in Firenze il 24-25 novembre 2011.

Il convegno intende offrire un bilancio degli studi e discutere delle prospettive di sviluppo di un campo di studi, quello sulla dimensione sociale e locale del fascismo, di grande rilievo nella riflessione storica sui caratteri del regime. Più che il confronto tra singole realtà locali, il convegno si propone di affrontare, sulla base delle più originali ricerche in corso e con l’intervento dei più autorevoli studiosi in materia, il tema del sistema di potere sotteso al regime fascista, in particolare considerando il profilo della sua articolazione periferica. L’intento è quello di considerare sia gli aspetti istituzionali - l’insieme degli istituti e delle modalità di gestione del potere (dalle articolazioni delle amministrazione dello stato e dei molteplici enti pubblici al funzionamento e ruolo delle strutture di irreggimentazione di massa) - sia il carattere dei rapporti intercorsi fra partito e società locale, prendendo in esame da una parte i diversi modi di rappresentazione e organizzazione degli interesse locali, spesso concorrenti alla gestione del potere decentrato, e dall'altra le risposte a livello popolare alle pretese e alle promesse del regime.

Il tema di fondo è dunque quello della costruzione del potere locale nel regime autoritario, seppur ampiamente inteso come snodo cruciale della costruzione dello stato nazionale nel nostro paese.

Le proposte di relazione (1500-3000 caratteri) dovranno riportare: un titolo provvisorio; una descrizione del tema che si intende affrontare; l’indicazione eventuale delle fonti cui si fa riferimento; un breve cv e i recapiti del proponente. Devono essere inviate in formato elettronico a isrt@istoresistenzatoscana.it entro il 31 maggio 2011 e saranno valutate entro il 30 giugno 2011.

Il comitato scientifico-organizzativo del convegno:

Paul Corner, Valeria Galimi, Simone Neri Serneri

martedì 17 maggio 2011

Iniziative INSMLI / Torino, ANCR: Risorgimento e Resistenza

RISORGIMENTO RESISTENZA
il cinema racconta l'unificazione italiana


MAGGIO > NOVEMBRE 2011

Martedì 24 maggio alle ore 17,
sala proiezioni del Museo Diffuso della Resistenza,
si inaugura la rassegna cinematografica Risorgimento Resistenza. Il cinema racconta l'unificazione italiana, realizzata dall'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, un viaggio nel cinema italiano seguendo il filo delle rappresentazioni filmiche del Risorgimento, dagli antefatti fino alle vicende successive che ne porteranno a
compimento aspetti fondamentali. In tutto si tratta di ventisei appuntamenti fino a novembre, articolati in nove diversi capitoli tematici, ciascuno presentato da storici e storici del cinema e della letteratura.

Si inizia con Allonsànfan dei fratelli Taviani, un grande classico degli anni Settanta sui temi dell'utopia, della tensione morale e intellettuale verso la rivoluzione, dei mezzi per attuarla, affrontati nel film nel contesto storico della Restaurazione, delle cospirazioni nelle società segrete e delle sfortunate spedizioni dei mazziniani in meridione. A inaugurare l'intera rassegna e a presentare la prima sezione “Dalle rivoluzioni giacobine alle cospirazioni”, che oltre al film dei Taviani comprende anche Vanina Vanini di Rossellini, in programmazione il 27 maggio, sarà lo storico del cinema Gianni Rondolino. Il programma prosegue durante il mese di giugno con l'insolito e interessante film di Pietro Nelli La pattuglia sperduta e con il recupero di uno sceneggiato televisivo del 1970 sulle Cinque giornate di Milano, opera del bravo regista Leandro Castellani. Seguono i film più noti su Garibaldi e le guerre garibaldine
(1860 - I mille di Garibaldi, Un garibaldino al convento, Viva l'Italia, e altri ancora) ma si possono trovare anche due curiosi film d'animazione, La lunga calza verde del 1960 tratto da un soggetto di Cesare Zavattini, e L'eroe dei due mondi di Guido Manuli.

A luglio è la volta di una serie di proiezioni dedicate alla figura femminile, seguite da film che affrontano i temi più problematici e complessi per la costruzione di una identità nazionale alla fine del '800 (dalla scuola con Cuore nella versione interpretata da Vittorio De Sica al brigantaggio, le lotte sociali e per il lavoro con Metello e Il Mulino del Po). Si riprenderà a settembre con i film più significativi tratti dalle opere letterarie risorgimentali per concludere a novembre con le sezioni dedicate alla Prima guerra mondiale e alla Resistenza.

Programma realizzato
dall'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
in collaborazione con CineCittà Luce e con le Teche Rai
a cura di Corrado Borsa, Paola Olivetti, Andrea Spinelli, Marta Teodoro,
si ringrazia Bruno Boschetto, Baldo Vallero, Renzo Ventavoli

Proiezioni e presentazioni
nella sala proiezioni del Museo Diffuso della Resistenza
Corso Valdocco 4/A, Torino
ingresso libero fino ad esurimento posti

Redazione
Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Via del Carmine 13
10122 Torino
t 011 43 80 111
f 011 43 57 853

lunedì 16 maggio 2011

Iniziative INSMLI / Firenze, maggio dell'ISRT

Con piacere inviamo a tutti gli interessati i riferimenti delle restanti iniziative promosse o partecipate dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana nel corrente mese di maggio:

18 maggio, ore 17 – Presentazione di Fabio Bertini, Gilliat e la piovra. Il sindacalismo internazionale dalle origini a oggi (1776-2006)(Aracne, 2011)

19 maggio, ore 17 – Presentazione di La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi, a cura di A. Vinci (Chiarelettere, 2011)

30 e 31 maggio - 1 giugno – Convegno Dal 1848 al 1948: la Toscana nella costruzione dello stato nazionale dallo Statuto toscano alla Costituzione della Repubblica, promosso dalla Regione Toscana con il contributo di Fondazione Spadolini, Fondazione Turati, Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Società Toscana per la Storia del Risorgimento

Per maggiori dettagli sui partecipanti e la sede delle iniziative visitate il sito dell’Isrt www.istoresistenzatoscana.it

La segreteria dell’Isrt

Dona il 5 per mille all’Isrt!

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Istituto Storico della Resistenza in Toscana Onlus

via G. Carducci 5/37 - 50121 Firenze

tel. 055-284296 - Cod. fisc. 80045030485

email isrt@istoresistenzatoscana.it web www.istoresistenzatoscana.it

sabato 7 maggio 2011

Bandi di concorso / Borsa di studio F. Cereja 2011-2012

BORSA DI STUDIO «FEDERICO CEREJA»
2011-2012

L’ Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” bandisce una borsa di studio annuale intitolata a Federico Cereja, per l’ammontare di 6.000 euro. La borsa di studio è resa possibile dal contributo di Annapaola Munari Cereja, con l’obiettivo di promuovere e sostenere la ricerca dei giovani storici.

La Borsa ha come fine lo svolgimento di una ricerca sui temi della deportazione nei Lager nazisti.
Possono prendere parte al concorso i cittadini italiani e stranieri, purché in possesso di laurea del vecchio ordinamento, di laurea specialistica del nuovo ordinamento o titolo di studio equipollente riconosciuto.

I concorrenti devono essersi laureati non oltre tre anni dal presente bando e non avere un’età superiore ai 30 anni.

I concorrenti dovranno presentare domanda di ammissione all’Istituto piemontese per la
storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, via del Carmine 13,
10122 Torino, entro e non oltre il 30 giugno 2011. Nella domanda, in carta libera, dovranno
indicare nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza e un recapito telefonico.

I concorrenti dovranno allegare alla domanda:
• un certificato di laurea con la votazione ottenuta, contenente l’indicazione degli esami sostenuti e la relativa votazione;
• un analitico curriculum vitae, con l’indicazione delle lingue straniere conosciute, eventuali titoli e pubblicazioni attinenti all’argomento della borsa di studio;
• una copia della tesi di laurea
• un progetto di ricerca, contenente indicazioni precise su obiettivi, metodologia e fonti, non superiore alle 10 cartelle da 2000 battute. Il progetto di ricerca può riguardare i diversi aspetti della deportazione nei Lager nazisti sia nelle tipologie (ebrei, politici, omosessuali, donne, bambini, ecc.) sia nell’area geografica interessata (uno o più Paesi europei) sia nel taglio interpretativo e metodologico (studi storici, memoria e memorialistica, letteratura, arti visive, musica, ecc.).

L’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” nominerà una Commissione formata da tre membri - di cui fa parte, di diritto, Annapaola Munari Cereja - che giudicherà in modo insindacabile l’attribuzione della borsa di studio, entro e non oltre il 30 settembre 2011. La Commissione potrà richiedere un colloquio con i concorrenti per determinare l’attribuzione della borsa.

Il vincitore dovrà, entro 15 giorni dalla notifica dell’attribuzione della borsa di studio, inviare una dichiarazione nella quale si impegna a svolgere la ricerca nei tempi e alle condizioni previste da questo bando, nonché di non godere di altre borse di studio nello stesso periodo di tempo.

L’inizio della ricerca non potrà essere posticipato di oltre due mesi dall’attribuzione della borsa.

La Commissione affiancherà al vincitore un tutor con il quale dovrà tenersi in stretto contatto e al quale dovrà inviare relazioni scritte trimestrali sull’andamento del lavoro.

Il vincitore dovrà portare a termine la ricerca entro dodici mesi e consegnare un saggio di almeno 30 cartelle da 2000 battute per il cui completamento potrà richiedere una proroga non superiore ai due mesi. Il saggio potrà essere pubblicato, anche in parte, nelle pubblicazioni dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.

La borsa verrà corrisposta in tre parti. La prima al momento dell’inizio della ricerca, la seconda dopo sei mesi, la terza alla consegna dell’elaborato finale e all’approvazione del tutor. La seconda e la terza parte della borsa potranno non essere corrisposte se il vincitore non rispettasse le condizioni previste da questo bando.

Torino, 20 aprile 2011