COMUNE DI SAN MARTINO ALFIERI
ASSOCIAZIONE CULTURALE PER SAN MARTINO
Domenica 13 dicembre - Ore 16.00
SAN MARTINO ALFIERI (ASTI)
Salone Parrocchiale
FINO A QUANDO CADRA’ LA NEVE
tratto da La storia di Natale di Natale Pia,
sopravvissuto alla guerra di Russia e a Mauthausen-Gusen
con Fabio Fassio, Dario Cirelli, Carlo Nigra - Teatro degli Acerbi
drammaturgia e regia di Luciano Nattino
in collaborazione con ISRAT
ASSOCIAZIONE CULTURALE PER SAN MARTINO
Domenica 13 dicembre - Ore 16.00
SAN MARTINO ALFIERI (ASTI)
Salone Parrocchiale
FINO A QUANDO CADRA’ LA NEVE
tratto da La storia di Natale di Natale Pia,
sopravvissuto alla guerra di Russia e a Mauthausen-Gusen
con Fabio Fassio, Dario Cirelli, Carlo Nigra - Teatro degli Acerbi
drammaturgia e regia di Luciano Nattino
in collaborazione con ISRAT
Lo spettacolo intende ripercorrere l’avventura umana di Natale Pia negli anni della seconda guerra mondiale quando, da giovane artigliere, partecipò alla guerra di Russia (con la battaglia di Nikolajewka) e, dopo una collaborazione alla lotta partigiana nell’astigiano, venne catturato e deportato a Mauthausen.
La sua testimonianza è dunque veramente unica perché unisce tra loro le principali tragedie del Novecento: la peggiore guerra dell’umanità e le peggiori atrocità compiute dall’uomo nel corso dei secoli, abbinate al conflitto fratricida della Resistenza italiana ed europea.
Abbiamo conosciuto recentemente Natale Pia e abbiamo potuto verificare la sua forza, la sua asciuttezza di racconto e di relazione, quella di un uomo che è riuscito ad attraversare immani tragedie con la consapevolezza, tutta contadina, che il giorno dopo è un altro giorno e bisogna di nuovo rivoltarsi le maniche e ricominciare.
In questi anni Natale Pia ha parlato ovunque: nelle scuole, nei circoli, nelle occasioni ufficiali, nelle visite ai Lager e poi ha deciso di mettere tutto per iscritto.
Tra i tanti aspetti della sua storia, oltre alle fatiche, alla fame e alla sete patite sia in Russia che nel Campo austriaco, una ci ha colpito in particolare: l’esperienza drammatica di Vittorio, giovane diciassettenne che, dopo la breve vicenda partigiana, viene a conoscere l’orrore di Mauthausen fino alla morte.
Noi partiamo di lì: da quegli anni terribili e da quella storia non per “descrivere” tutte le atrocità compiute (descrizione che sarebbe impossibile) ma per tentare di rendere il clima di violenza e di sopraffazione, di privazione e di sofferenza, vissuto da Natale e da milioni di altre persone.
Fondamentale sarà dunque il lavoro fisico degli attori e la ritualità ossessiva dei gesti per restituire l’inanità e l’assurdità dei Campi, l’inutilità di certi lavori, la violenza gratuita degli aguzzini.
Ciò per restituire fatti e azioni che accadono ancora oggi nel mondo, per condividere con studenti e adulti, riflessioni sul presente.
Per questo abbiamo fatte nostre le parole di Marguerite Duras:
“Se l’orrore nazista viene considerato solo un destino tedesco e non un destino collettivo, l’uomo di Auschwitz sarà ridotto a vittima di un conflitto locale. C’è una sola risposta per un tale crimine: trasformarlo nel crimine di tutti. Condividerlo.”
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