giovedì 8 maggio 2008

Iniziative INSMLI / Udine, Minoranze linguistiche e Resistenza

REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
ISTITUTO FRIULANO PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE

CONVEGNO

Minoranze linguistiche e Resistenza. Friuli-Venezia Giulia,Italia, Europa
Minorancis linguistichis e resistence.Friûl-Vignesie Julie, Italie, Europe
Jezikovne manjsˇine in Odpornisˇ tvo. Furlanija Julijska krajina, Italija, Evropa
Minderheitssprachen und Widerstand. Friaul Julisch Venetien, Italien, Europa


Udine, palazzo Kechler. piazza XX Settembre
giovedì 8 maggio h. 15.00-19.30
venerdì 9 maggio h. 9.00-13.00

Giovedì 8 maggio, ore 15:00
Saluto delle Autorità
Presiede prof. Gianni Perona (Università di Torino)
Relazioni
Gianni Perona: La frontiera: l'intreccio dei problemi politici e linguistici.
Paolo Levi Momigliano: La questione della lingua in Valle d'Aosta sotto il fascismo e nel corso della lotta di liberazione.
Donato Toffoli: Lotta di liberazione e questione friulana.
Nevenka Troha: L'antifascismo e la Resistenza slovena di fronte al problema della difesa della lingua slovena sia dentro i confini dello stato italiano sia dopo l'aprile 1941 con la costituzione della provincia di Lubiana.
Mila Orlic: Dall'Italia alla Jugoslavia: le comunità nazionali in Istria tra fascismo, guerra e dopoguerra.
William Cisilino: Il regime fascista e la repressione delle lingue minoritarie.

Venerdì 9 maggio, ore 9:00
Presiede prof.ssa Silvana Schiavi Fachin (Università di Udine)
Relazioni
Marco Stolfo: Diritti linguistici, autonomie territoriali, Europa. L'eredità della “Carta di Chivasso”.
Gustavo Buratti: Dai “provenzali alpini” agli occitani.
August Rafanell: La lingua catalana sotto il franchismo, fra la politica e la vita.
Santiago de Pablo: La lingua basca durante la dittatura franchista: repressione, resistenza e identità nazionale.
Guglielmo Cevolin: Le minoranze linguistiche dalla tutela costituzionale a strumento di integrazione europea.


Uno dei caratteri del Movimento di Liberazione locale, nazionale ed europeo fu senza dubbio quello di lotta anche contro lo stato accentratore.
Il carattere di stato totalitario, autoritario e poliziesco era connaturato a tutti i fascismi, e quindi fin dall'inizio della Resistenza fu quasi naturale che anche le forze politiche che non avevano nei loro programmi il federalismo o il regionalismo fossero inclini ad operare come se avessero nei loro programmi una tale prospettiva di stato democratico.
Fu così che fin dagli inizi la Resistenza manifestò una particolare attenzione alle autonomie e alle espressioni di quegli aspetti della cultura periferica che il fascismo aveva conculcato. Questo generale orientamento politico portò, in seguito alla sconfitta del fascismo ed alla costruzione del nuovo stato democratico, all'introduzione nella Costituzione di una delle più rilevanti novità istituzionali, quella delle Regioni a statuto ordinario, dell'articolo 6 sulle minoranze linguistiche, e del riconoscimento delle Regioni a statuto speciale.
Senza addentrarci nei ritardi che ci furono nel dopoguerra per l'attuazione del dettato costituzionale, rimane il fatto che durante il biennio resistenziale fu fervido il dibattito sull'autonomia sia in una dimensione regionale (la Resistenza friulana e slovena fino alla costituzione della Repubblica partigiana della Carnia e dell'Alto Friuli), sia in un quadro italiano (la Resistenza francofona e occitana in Piemonte e Valle d'Aosta, le istanze promosse nella Carta di Chivasso e l'influenza che ebbe in Friuli), sia in una dimensione europea (franchismo spagnolista/antifranchismo catalano, basco e galiziano; maquis occitano in Francia). Numerose sono le esperienze di teoria e di prassi antifascista che tengono conto della specificità linguistica minoritaria e dell'esigenza di garantire i diritti linguistici come diritti fondamentali di cittadinanza.
Non vanno trascurate nel contesto generale le forme messe in atto dal fascismo e dal nazismo nei confronti di alcune comunità minoritarie (l'introduzione del patois – cioè della lingua d'oc – nelle scuole di Vichy; il collaborazionismo bretone e fiammingo in funzione antifrancese; il richiamo ai friulaner nelle motivazioni che precedono la costituzione del Litorale Adriatico e la captatio benevolentiae con l'operazione incentrata in Friuli sul giornale “La voce di furlania”in funzione di sostegno al fascismo filonazista), ma non legando mai il riconoscimento delle minoranze linguistiche a forme di autogoverno democratico e di autonomia amministrativa e base per una riforma democratica dello stato.
Su queste considerazioni l'Istituto si propone di dar vita ad una giornata di studi e di confronto su questi temi, per fare 'memoria viva' su Resistenza e democrazia, su Resistenza e Costituzione, proprio utilizzando la chiave di lettura della tutela e della valorizzazione delle minoranze linguistiche, con una visione dinamica della storia, legata all'attualità nazionale ed europea, nella sua dimensione storica come nella prospettiva della contemporaneità. Infatti la problematica sul ruolo delle minoranze linguistiche nell'Europa dei popoli e delle regioni storiche è di estrema attualità e riguarda non soltanto il Friuli Venezia Giulia, ma numerosi altri Paesi europei.
La finalità della proposta di una giornata di studi su queste tematiche è quella di creare un'occasione di confronto tra esperienze storiche diverse e stimolare la ricerca su queste specifiche questioni, tenendo in considerazione anche l'attualità del dibattito culturale che si è andato sviluppando negli ultimi anni nella nostra Regione ed in Friuli.

Con il patrocinio di
Regione Piemonte
Università di Udine. Dipartimento storia e tutela dei beni culturali
Fondazione CRLP

Istituto friulano per la Storia del Movimento di Liberazione
Viale Ungheria 46 33100 Udine
tel 0432 295475
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